"Non possiamo rassegnarci a un
Medio Oriente senza i cristiani, che lì hanno professato il nome
di Gesù per duemila anni". Lo affermano papa Francesco e il
patriarca ecumenico Bartolomeo nella dichiarazione congiunta
firmata oggi a Istanbul. Molti nostri fratelli e sorelle
sono perseguitati e sono stati costretti con la violenza a
lasciare le loro case - affermano i due leader religiosi -.
Sembra addirittura che si sia perduto il valore della vita umana
e che la persona umana non abbia più importanza e possa essere
sacrificata ad altri interessi. E tutto questo, tragicamente,
incontra l'indifferenza di molti". Secondo Francesco e
Bartolomeo, "c'è anche un ecumenismo della sofferenza": "Come il
sangue dei martiri è stato seme di forza e di fertilità per la
Chiesa, così anche la condivisione delle sofferenze quotidiane
può essere uno strumento efficace di unità". "La terribile
situazione dei cristiani e di tutti coloro che soffrono in Medio
Oriente - aggiungono - richiede non solo una costante preghiera,
ma anche una risposta appropriata da parte della comunità
internazionale".
"Riconoscendo gli sforzi già fatti per offrire assistenza
alla regione - affermano ancora il Papa e il Patriarca ecumenico
-, ci appelliamo al contempo a tutti coloro che hanno la
responsabilità del destino dei popoli affinché intensifichino il
loro impegno per le comunità che soffrono e consentano loro,
comprese quelle cristiane, di rimanere nella loro terra natia".