Un momento della preghiera del Rosario nel Santuario di Santa Maria della Vena a Piedimonte Etneo, provincia di Catania e diocesi di Acireale - Avvenire
«Dinanzi a questa bellissima icona ci inginocchiamo per invocare da Maria tutto ciò che ci è necessario per la nostra vita, guardando a Lei come Madre, Maestra e Modello». Ancora una volta la Chiesa italiana ha voluto elevare la propria invocazione a Maria in questo tempo di pandemia.
Lo ha fatto stasera dal Santuario di Santa Maria della Vena a Piedimonte Etneo, provincia di Catania e diocesi di Acireale, con una nuova tappa del pellegrinaggio mariano rappresentato dal Rosario per l’Italia promosso da Avvenire. Tv2000, InBlu radio, Sir, Fisc e Corallo d’intesa con la segreteria generale della Cei. A chiedere alla Vergine protezione e sostegno per il nostro Paese è stato il vescovo di Acireale Antonino Raspanti, vicepresidente della Cei per il Sud. Il Rosario, trasmesso ieri sera da Tv2000 e da InBlu radio, è stato recitato davanti all’immagine della Vergine Glicofilusa, che mostra Maria nel tenero atteggiamento di poggiare la propria guancia a quella di Gesù bambino che tiene in braccio. Un’icona di stile orientale.
A Lei la comunità del Santuario - e tutti coloro che hanno seguito la trasmissione alla televisione e alla radio - ha «affidato il Papa, i vescovi, i presbiteri e i diaconi perché sappiano guidare il popolo santo di Dio». Ma non è mancato il pensiero per «i fratelli e le sorelle che sono piagati nel corso e nello spirito, soprattutto quanti, a motivo del virus, sono ancora in fase di cura, perché guariti possano tornare alla loro quotidianità». Un ritorno alla vita che, purtroppo, per molti non ci sarà: per le vittime e i loro familiari non è mancata l’invocazione a Maria «consolatrice degli afflitti».
Dunque «a Lei, aiuto dei cristiani – ha aggiunto ancora il vicepresidente della Cei per il Sud – affidiamo la nostra Nazione, in questo momento così drammaticamente delicato, perché con la lungimiranza di quanti ci governano e l’apporto di tutti, sulla scia dei nostri padri, sappiamo affrontare le sfide attuali e superarle con apporti intelligenti e costruttivi».
Anche in questa dodicesima tappa del Rosario per l’Italia, ogni lettura per ciascuno dei cinque Misteri gloriosi è stata accompagnata da un breve commento che questa volta sono stati tratti da scritti del venerabile monsignor Giovanni Battista dell’Oratorio (al secolo Giovanni Battista Arista, religioso della Confederazione dell’Oratorio di San Filippo Neri) che, ha ricordato Raspanti nella sua introduzione alla preghiera, «è stato il secondo vescovo di Acireale, di cui, il prossimo mese di settembre, si compiranno i cento anni dalla morte e che auspichiamo poter annoverare al più presto tra i beati della Chiesa».
Una figura molto amata e cara alla diocesi di Acireale, che guidò dal 1907 al 1920, dopo esserne stato anche vescovo ausiliare dal 1904 al 1907. E proprio da uno scritto di monsignor Arista, dichiarato venerabile da Benedetto XVI nel 2007, commentando l’Assunzione in cielo della Vergine, dice che «Maria è l’unica creatura a cui Dio resta debitore. Debitore della sua carne e del suo sangue, debitore di tutte quelle cure che gli prodigò da Betlemme al Calvario». A Lei dunque ancora una volta i cattolici del nostro Paese si rivolgono chiedendo aiuto, consolazione, sostegno e accompagnamento in un momento difficile.
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