"In merito ad alcune notizie false uscite oggi riguardanti un membro del corpo diplomatico della Santa Sede richiamato dagli Stati Uniti, posso affermare che non c’è alcuna richiesta di estradizione arrivata dal Canada né nessun processo fissato in Vaticano; l'indagine richiede collaborazione internazionale e non è ancora terminata". Così il direttore della Sala Stampa vaticana della Santa Sede, Greg Burke ha confermato l'infondatezza della notizia diffusa dall'Ansa di una richiesta di estradizione da parte del Canada per monsignor Carlo Alberto Capella, consigliere di nunziatura, fino a pochi mesi in servizio presso la sede diplomatica vaticana di Washington.
La vicenda che starebbe dietro la fantomatica richiesta è del resto all'esame delle autorità vaticane, come una nota della Sala Stampa rendeva noto il 15 settembre pur senza fare il nome dell'indagato: "Il 21 agosto scorso - si legge nel testo - il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d'America ha notificato alla Segreteria di Stato, per via diplomatica, la possibile violazione delle norme in materia di immagini pedopornografiche da parte di un membro del corpo diplomatico della Santa Sede accreditato a Washington. La Santa Sede, secondo la prassi adottata dagli Stati sovrani, ha richiamato il sacerdote in questione, il quale si trova attualmente nella Città del Vaticano. Ricevute le informazioni dal governo statunitense proseguiva la nota -, la Segreteria di Stato le ha trasmesse al Promotore di Giustizia del Tribunale vaticano.Il Promotore di Giustizia ha aperto un'indagine ed è stata già avviata una collaborazione a livello internazionale al fine di raccogliere elementi relativi al caso. Si ricorda che, come è previsto dalle leggi vigenti per tutte le istruttorie preliminari, le indagini del Promotore di Giustizia sono vincolate al riserbo istruttorio".
Nel comunicato non si fa alcun riferimento al Canada. Ma successivamente si è venuto a sapere che la polizia del Paese nordamericano aveva spiccato mandato di arresto per il diplomatico della Santa Sede sulla base del "sospetto" che avesse scaricato e poi diffuso materiale di natura pedopornografica "mentre visitava un luogo di culto a Windsor, in Ontario nel periodo tra il 24 il 27 dicembre 2016".
Capella, 50 anni, nato a Milano ma di famiglia emiliana, è stato ordinato prete per l’arcidiocesi ambrosiana. Attualmente si trova nel Collegio dei Penitenzieri in Vaticano, che è adiacente al Palazzo della Gendarmeria, in attesa che si chiarisca la sua posizione. La sua "è una vicenda dolorosissima", ha commentato di recente il cardinale Pietro Parolin a un convegno sulla pedofilia online alla Pontificia Università Gregoriana. "Stiamo trattando il caso con massimo impegno, massima attenzione e massima serietà".
E' da ricordare che la nuova legge per i reati gravi (tra i quali la pedopornografia) approvata da papa Francesco nel 2013 prevede che possa essere processato in Vaticano anche il personale delle nunziature come di ogni altra istituzione della Santa Sede anche quando il reato non è stato commesso sul suolo Vaticano.