martedì 25 giugno 2024
Oriana Milazzo ha giocato in A1 e Nazionale. Ma la sete di felicità l’ha portata oltre. E con la professione solenne, dice sì per sempre alla vita contemplativa fra le Sorelle povere di Santa Chiara
Suor Chiara Luce con la madre abbadessa della comunità di Alcamo, suor Virginia

Suor Chiara Luce con la madre abbadessa della comunità di Alcamo, suor Virginia - foto diocesi di Trapani

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Dal campo di basket al monastero. Dallo sport professionistico alla vita contemplativa. È la parabola di Oriana Milazzo, 33 anni, ex playmaker in A1 con Priolo, prestigiosa società siciliana di pallacanestro, e con la Nazionale Under 18 e Under 20. Venerdì 28 giugno alle 17 nella chiesa di Santa Maria di Gesù, ad Alcamo (Trapani) si terrà la celebrazione eucaristica con la professione solenne della giovane. Che ha scelto di mettersi sui passi di santa Chiara d’Assisi, di entrare fra le sue Sorelle povere, di dire il “sì” per sempre a questa vita nuova. Che ha portato anche un nome nuovo: suor Chiara Luce di Maria dimora della Santissima Trinità. Un nome che unisce, a quello della fondatrice, quello della ligure Chiara Luce Badano, la giovane laica focolarina beatificata nel 2010.
Ad accogliere il “sì” per sempre di Chiara Luce – fa sapere una nota della diocesi di Trapani – sarà l’abbadessa delle clarisse di Alcamo, madre Virginia Formoso, mentre dal ministro provinciale dei Frati minori, padre Antonino Catalfamo, che presiederà la Messa, riceverà l’anello e la benedizione solenne. La celebrazione verrà trasmessa in diretta sul canale Youtube dei Frati minori di Sicilia (collegamento al link https://www.youtube.com/@ofmsicilia).

Dai campi di basket alla Gmg al convento

Una storia bella e luminosa come il suo nome, quella di Chiara Luce. Una vocazione che ha messo radici, è cresciuta e fiorita dentro un’altra vocazione: quella per la pallacanestro, passione che Oriana, nata a Canicattì nel 1991, condivide con la sorella Ilaria, nata nella stessa città siciliana, di tre anni più giovane, anche lei approdata alla serie A1 di basket e alla maglia della Nazionale. È la vita itinerante legata alla pallacanestro a portare Oriana ad Alcamo. Qui i genitori affidano la ragazza a una famiglia di terziari francescani che vanno a Messa alla chiesa del monastero e le permettono d’iniziare a conoscere la comunità delle Sorelle povere.

Verrà, poi, il trasferimento a Priolo, l’esordio in A1, la convocazione in Nazionale. Un sogno che si realizza. Ma la felicità non è completa, «c’era qualcosa che continuava a mancarmi, sentivo una insoddisfazione in me», racconta Chiara Luce nel servizio di Marilisa Della Monica pubblicato su Avvenire in occasione della professione dei voti temporanei, avvenuta ad Alcamo nel 2019. Per superare quella insoddisfazione, Oriana cerca di rendersi utile agli altri, dedica più tempo all’impegno in parrocchia e matura la decisione di proseguire gli studi di Medicina con l’obiettivo, all’orizzonte, di diventare medico missionario. Arrivata a Roma, cominciati gli studi, continua a sentire che tutto questo non le basta. «Cominciano gli interrogativi nel cuore per comprendere quale fosse il mio posto nel mondo per il mio bene».

È alla Gmg di Madrid del 2011 che le si fa chiaro il disegno di Dio per lei. Si riaccosta al monastero di Alcamo e alle Sorelle povere. «Mi sono sentita come se ritornassi a casa», confessa. Inizia così il cammino nuovo con le clarisse. Due anni di postulantato ad Alcamo, un anno di noviziato nel monastero di Città della Pieve, altri due ad Alcamo fino alla professione temporanea, il 13 maggio 2019. Un cammino di discernimento e un percorso formativo impegnativo, intenso, bello. Vissuto, sottolinea Chiara Luce, con l’aiuto della famiglia: i genitori «mi hanno sempre sostenuta e fatta sentire amata». Quel cammino ora approda alla professione solenne. A una vita di preghiera, povertà, fraternità, nel carisma di santa Chiara.

Alcamo, una storia antica ma ancora feconda

Ad accogliere il “sì” per sempre di Chiara Luce, è una comunità dalla storia antica ma ancora feconda. Il Monastero Santa Chiara – ricorda ancora la nota della diocesi di Trapani – venne fondato nel 1545 da tre sorelle alcamesi di nobile famiglia: Antonina, Angela e Alberta Mompilleri, che ristrutturarono «un largo tenimento di case» di proprietà familiare e vi iniziarono la vita religiosa, ottenendo la chiesa dei Santi Cosma e Damiano adiacente al monastero. L’erezione canonica si fa risalire al 1547, poco prima della scoperta ad Alcamo dell’immagine di Maria Santissima dei Miracoli (21 giugno 1547). Alla comunità di Alcamo è legata la storia di altri monasteri siciliani. E dalla comunità di Alcamo sono nate altre comunità fuori Sicilia – il Monastero Beata Vergine del Buon Cammino ad Iglesias, in Sardegna, e di recente il monastero Klera Kintana Manajava ad Ambanja, nel Madagascar. Dal Monastero è sorta anche la Fraternità Ofs Santa Chiara. Una storia che continua a dare frutto.


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