sabato 11 gennaio 2025
Don Stefano Ottani racconta il secondo viaggio di un gruppo partito dal capoluogo dell'Emilia-Romagna: «Un modo per far capire che oggi è necessario vincere la paura e costruire ponti di solidarietà»
I pellegrini della diocesi di Bologna assieme al cardinale Pizzaballa

I pellegrini della diocesi di Bologna assieme al cardinale Pizzaballa - .

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Dal 1° al 6 gennaio scorso si è svolto il secondo pellegrinaggio di comunione e pace in Terra Santa della diocesi di Bologna in collaborazione con il Patriarcato latino di Gerusalemme. L’idea di andare a Gerusalemme in questo periodo di guerra era nata dal ricordo del viaggio a Sarajevo di cinquecento “Beati costruttori di pace” nel dicembre 1992, mentre infuriava la guerra dei Balcani e la città era sotto assedio. L’iniziativa non ebbe risultati immediati, ma fu la testimonianza che la guerra anche altrove non può lasciare indifferenti.

Così nella primavera dell’anno scorso venne lanciata la proposta di andare in tanti in Terra Santa, e possibilmente puntare a Gaza, per dare un segno di solidarietà alla popolazione e alzare un grido di pace. L’idea pubblicata sulle pagine di Bologna 7, il supplemento settimanale diocesano di Avvenire, fu subito raccolta da Paolo Barabino, l’attuale superiore della Piccola Famiglia dell’Annunziata, fondata da don Giuseppe Dossetti, e condivisa dall’arcivescovo di Bologna, che immediatamente coinvolse Pierbattista Pizzaballa, Patriarca latino di Gerusalemme, per avere il suo appoggio.

Un momento del pellegrinaggio della diocesi di Bologna in Terra Santa dei primi giorni di gennaio 2025

Un momento del pellegrinaggio della diocesi di Bologna in Terra Santa dei primi giorni di gennaio 2025 - .

Così, fra il 16 e il 19 giugno 2024, più di 160 persone, rappresentative anche di diverse aggregazioni, hanno fatto visita, più che ai luoghi, alle persone e alle comunità della Terra Santa. Il programma comprendeva infatti incontri con realtà cristiane ed ebree, israeliane e palestinesi, nella convinzione che solo mettendosi sinceramente in ascolto delle sofferenze di ciascuno si potessero favorire il dialogo e il cammino della pace. Il viaggio è stato sorprendentemente ricco di spiritualità e di incontri, senza alcun problema per la sicurezza; per noi hanno riaperto alberghi e negozi e tanti ci hanno ringraziati, perché era il primo pellegrinaggio dopo il 7 ottobre. La guerra, infatti, oltre a violenza, morte e distruzione, porta anche mancanza di lavoro, senso di abbandono e angherie impunite.

La gratitudine con cui ci hanno salutato è stata tanta che abbiamo promesso di ritornare. E abbiamo mantenuto la promessa: un gruppo molto meno numeroso del primo, ma altrettanto motivato, all’inizio di questo anno è ripartito per la Terra Santa. Se fosse possibile fare una graduatoria, il secondo pellegrinaggio è stato ancora più bello del primo. Il programma ha seguito lo stile del precedente, fatto di incontri con persone e comunità significative, grazie alle relazioni nate dalla lunga permanenza a Gerusalemme di don Andrés Bergamini, della Famiglia della Visitazione.

Un momento del pellegrinaggio della diocesi di Bologna in Terra Santa dei primi giorni di gennaio 2025

Un momento del pellegrinaggio della diocesi di Bologna in Terra Santa dei primi giorni di gennaio 2025 - .

Eravamo partiti per portare un segno di speranza, la grande sorpresa è stata di essere noi a riceverne. Abbiamo infatti trovato comunità cristiane che stanno fiorendo: proprio le tensioni esterne spingono a unirsi e a ritrovarsi per sostenersi reciprocamente, ricche di giovani e di gruppi organizzati. Anche gli aiuti, di cui le diocesi del mondo sono state generose, vengono utilizzati non semplicemente per assistere, ma per inventare lavoro e dignità. C’è ancora tanto bisogno di portare fraternità e solidarietà, sicuri di venirne più che ricambiati. C’è ancora bisogno di vincere la paura e partire per nuovi pellegrinaggi di comunione e pace.

vicario generale per la sinodalità dall'arcidiocesi di Bologna

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