venerdì 4 settembre 2020
È il salesiano Agustín Radrizzani, arcivescovo emerito di Mercedes-Lujan. Non aveva ancora 76 anni, una polmonite bilaterale l'ha portato alla morte in poche ore
Agustìn Radrizzani in una foto di archivio

Agustìn Radrizzani in una foto di archivio - .

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Ancora sabato aveva inviato un suo videomessaggio a una delle comunità in cui aveva svolto il proprio ministero. Poi martedì è arrivato il ricovero all’ospedale di Junín per una polmonite bilaterale da coronavirus che l’ha portato alla morte in poche ore. È spirato così l’altra sera in Argentina monsignor Agustín Radrizzani, arcivescovo emerito di Mercedes-Lujan, l’arcidiocesi in cui sorge il celebre Santuario mariano tanto caro alla devozione popolare nel Paese di papa Francesco. Con lui si aggiunge anche un argentino alla lista dei vescovi morti per il Covid-19, che inizia ormai a farsi piuttosto lunga.

Salesiano, ordinato sacerdote a Torino dal cardinale Michele Pellegrino, avrebbe compiuto 76 anni tra pochi giorni monsignor Radrizzani. Prima di essere chiamato nel 2007 da Benedetto XVI alla guida dell’arcidiocesi di Mercedes-Lujan, era già stato vescovo nelle diocesi di Nequén e Lomas de Zamora. Il decorso della malattia è stato talmente rapido che la conferma della positività al Covid-19 è arrivata solo dopo la sua morte. E come già avvenuto anche in altri Paesi la morte di un vescovo accende i riflettori su Paesi dove il virus sta avanzando in maniera devastante anche se restano in secondo piano nelle cronache sulla pandemia: nei soli ultimi sette giorni in Argentina vi sono stati, infatti, 68.984 nuovi casi registrati di positivi al Covid-19 e ben 1.279 vittime.


Tre le vittime in Brasile. Ma anche il Bangladesh e le Filippine piangono due loro arcivescovi
Neppure l’Africa è risparmiata. In Italia sono deceduti due presuli missionari

Più in generale è l’America Latina il continente ad aver pianto il numero maggiore di vescovi per il coronavirus: ben tre - ad esempio - sono i presuli morti in Brasile. Molta impressione aveva destato in luglio le scomparsa di monsignor Henrique Soares da Costa, vescovo della diocesi di Palmares, nello Stato del Pernanbuco, scomparso all’età di appena 57 anni. Prima di lui il Covid-19 aveva già portato via in aprile monsignor Aldo Pagotto, arcivescovo emerito di Parnaiba e l’arcivescovo emerito di Passo Fundo, Pedro Ercílio Simon. Nella vicina Bolivia, poi, il 15 luglio era stata la volta di un vescovo missionario italiano, il bergamasco Eugenio Scarpellini, che a 66 anni guidava la diocesi di El Alto ed era anche attivamente impegnato per la riconciliazione in un Paese lacerato da tante tensioni.

In Asia invece sono stati il Bangladesh e le Filippine a piangere due arcivescovi: in luglio la Chiesa cattolica di Chittagong ha pianto il suo pastore in carica, Moses Costa, 69 anni; sembrava in un primo tempo essersi ristabilito dal coronavirus, ma è stato poi stroncato da un infarto, a conferma di quanto la malattia lasci debilitato il fisico. È di appena una settimana fa, invece, la notizia della morte di monsignor Oscar Cruz, 85 anni, arcivescovo emerito di Lingayen-Dagupan, che era stato in passato anche presidente della Conferenza episcopale delle Filippine ed era molto noto nel Paese per le sue campagne contro la piaga del gioco d’azzardo.

Nemmeno la Chiesa dell’Africa è stata risparmiata dalla morte per Covid-19 di alcuni suoi pastori: nella Repubblica democratica del Congo in aprile è morto il vescovo emerito di Mweka, Gérard Mulumba Kalemba. Prima di lui - in Italia - erano morti due altri presuli appartenenti a congregazioni missionarie: monsignor Silas Silvius Njiru, emerito di Meru in Kenya, e monsignor Angelo Moreschi, vicario apostolico di Gambella in Etiopia. Al conteggio vanno infatti aggiunti due vescovi ausiliari: negli Stati Uniti monsignor Emilio Allué, ausiliare emerito di Boston e in Gran Bretagna monsignor Vincent Malone, ausiliare emerito di Liverpool.

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