Il domenicano Salvatore Di Fazio - -
Questa estate nella settimana dell’Assunzione al cielo della Vergine Maria, che si è rivelata la settimana più torrida dell’anno (dal 12 al 18 agosto), ho deciso di ritornare a Medjugorje per la prima volta come sacerdote.
Infatti, in un periodo molto complicato della mia vita andai in pellegrinaggio in questo luogo molto particolare come laico, in ricerca di risposte sulla mia vocazione e sul senso della vita. Ricordo d’aver vissuto dei momenti molto intensi, durante i quali ho potuto sperimentare in maniera particolare la tenerezza della Regina della Pace, specialmente nella salita sul monte Podbrdo.
Questa volta, a differenza di prima, mi sono focalizzato su altri aspetti finora trascurati, di cui provo a fare una veloce carrellata. Se durante la 35° edizione del Festival Internazionale della Gioventù di Medjugorje (dal 1 al 6 agosto) si sono contati 65mila giovani provenienti da tutte le parti del mondo, nel solo giorno del 15 agosto, solennità dell'Assunzione, le presenze sono state 50mila. La Messa, in qualsiasi giorno e in qualsiasi ora, risultava sempre molto partecipata; in giro per gli spazi liberi, i pellegrini si dividevano in oratori o in gruppi un po’ più animati, ma non animosi.
I confessionali erano “presi d’assalto”, anche in presenza di centinaia di sacerdoti che, divisi per le diverse lingue (ne ho contate più di quindici), amministrano il sacramento che per antonomasia caratterizza questo luogo: ovvero la confessione. Personalmente, sono stato ore al confessionale e la fila non diminuiva mai sotto il numero dei cinque penitenti. Molti di loro non si confessavano da almeno un anno, talvolta anche da più tempo. Infatti, molti di loro non si confessavano da anni, anche dieci, e avevano vissuto la loro vita lontano e contro la loro stessa fede in Cristo Signore.
Vedere queste anime, così provate dalla vita, ritrovare il loro filo di Arianna in ore di adorazione di fronte al Santissimo Sacramento, dopo la loro bella confessione, credo che possa essere considerata la testimonianza migliore di ciò che avviene attorno alla parrocchia di Medjugorje.
Inoltre, oltre ai battezzati che ritrovano il loro tesoro perduto, anche molti appartenenti ad altre religioni o atei hanno accettato Cristo nelle loro vite e hanno iniziato il loro bel percorso che li porterà al battesimo, dopo aver sperimentato in questo luogo di preghiera e di grazia una particolare vicinanza con la Mamma delle mamme.
Quindi credenti o non credenti alle presunte apparizioni e ai presunti veggenti, non si può non dichiarare, con semplicità, che Medjugorje è un luogo di grazia. È un luogo nel quale tantissime anime, sgranando decine di rosari, ricompongono la loro vita e si riavvicinano fervorosamente alla fede professata dalla sposa di Cristo, la Chiesa.