venerdì 21 settembre 2018
Il cardinale vicario di Roma ha aperto in San Giovanni la causa di beatificazione della giovane mamma morta nel 2012 per aver rimandato le cure di un tumore, salvando il feto che portava in grembo
Chiara Corbella Petrillo, la santità della porta accanto
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Quella di Chiara Corbella è "la santità della porta accanto, di quelli che vivono vicino a noi e sono un riflesso della presenza di Dio". Lo ha detto il cardinale vicario di Roma Angelo De Donatis, aprendo a poco più di sei anni dalla morte, avvenuta il 13 giugno 2012, la fase diocesana della causa di beatificazione della serva di Dio Chiara Corbella Petrillo. La cerimonia si è svolta nella Basilica di San Giovanni in Laterano, gremita da oltre duemila fedeli, in gran parte giovani, molti dei quali commossi fino alle lacrime, alla presenza dei genitori di Chiara, della sorella, del marito Enrico Petrillo e del figlio Francesco, un vispo bambino di sette anni, nato sano proprio grazie al sacrificio della giovane mamma (al momento della morte aveva 28 anni), la quale volle rimandare le cure per un tumore scoperto nel corso della gravidanza, proprio per non danneggiare il feto.

La data del 21 settembre non è stata scelta a caso, perché Chiara ed Enrico avrebbero festeggiato dieci anni di matrimonio.

Videointervista. Il marito: «Dio è passato nella mia vita»

"Aprendo oggi la fase diocesana - ha detto intatti il cardinale De Donatis - auspichiamo che al termine dell'iter canonico Chiara possa divenire un modello di santità, approvato dalla Chiesa, per tutti i fedeli cristiani e soprattutto per coloro che in questa giovane donna sposata e madre di tre figli (prima di Francesco Chiara dette alla luce altri due bimbi, nati con gravi malformazioni e morti poco dopo il parto, ndr) trovino incoraggiamento e sostegno nel servizio dell'amore coniugale e alla vita".

Il porporato ha ripercorso con un breve ma denso discorso le tappe della vita della beatificanda. Soprattutto per quanto riguarda la sua storia d'amore con Enrico, conosciuto durante una vacanza in Croazia, e poi sposato nel 2008. "Una ragazza normale. Sempre allegra, positiva, autoironica. Non ha preso sul serio nemmeno la malattia - ha notato De Donatis, citando il papà Roberto -, ci scherzava sopra, fino alla fine. Le piaceva viaggiare, amava la vita, la musica, suonava il piano e il violino. Già da viva era un punto di riferimento per molti, sapeva ascoltare, stare vicino a chi aveva bisogno di aiuto". Insomma, ha concluso il cardinale, Chiara Corbella Petrillo è stata "un faro di luce, che fa quasi toccare con mano la vicinanza amorevole di Dio che è Padre e aiuta a scoprire la bellezza della Chiesa, che nella fraternità dei suoi figli e nella cura dei suoi pastori si mostra madre".

La sua vita, quasi come un testamento spirituale, si può riassumere del resto in una frase citata dal cardinale vicario: "Qualsiasi cosa farai avrà senso solo se la vedrai in funzione della vita eterna". Quella vita che Chiara ha raggiunto a soli 28 anni e che ora si prepara a mostrare come esempio a tutti gli altri.

>>> Vai al sito in memoria di Chiara Corbella

Si trattava della straordinaria vicenda di una mamma (oggi avrebbe 34 anni, essendo nata nel gennaio del 1984 a Roma ) che aveva preferito rimandare le cure di un male incurabile che la affliggeva da due anni per portare avanti la gravidanza di suo figlio, Francesco nato sano. Solo allora Chiara si affiderà alle cure, ma è ormai troppo tardi. "Nel matrimonio il Signore ha voluto donarci dei figli speciali: Maria Grazia Letizia e Davide Giovanni ma ci ha chiesto di accompagnarli soltanto fino alla nascita ci ha permesso di abbracciarli, battezzarli e consegnarli nelle mani del Padre in una serenità e una gioia sconvolgente. Ora ci ha affidato questo terzo figlio, Francesco che sta bene e nascerà tra poco, ma ci ha chiesto anche di continuare a fidarci di Lui nonostante un tumore che ho scoperto poche settimane fa e che cerca di metterci paura del futuro, ma noi continuiamo a credere che Dio farà anche questa volta cose grandi" scriveva allora Chiara.

Del documento ufficiale della diocesi di Roma, che reca la data del 2 luglio scorso e la firma del cardinale vicario per la diocesi di Roma Angelo De Donatis e del notaio Marcello Terramani, a dare per primo la notizia è stato il sito della Postulazione dell’ordine dei Carmelitani scalzi al quale la causa è affidata (il postulatore è il trentino padre Romano Gambalunga). L’Editto sarà affisso alle porte del vicariato di Roma e lì resterà per i prossimi due mesi, mentre si procede alla raccolta della documentazione necessaria perché possa essere avviato il processo."La sua oblazione rimane come faro di luce -si legge nell'Editto del vicariato di Roma - della speranza, testimonianza della fede in Dio, autore della vita, esempio dell'amore più grande e della morte" .


ECCO COSA CHIARA SCRISSE DI SE'


Mi chiamo Chiara sono cresciuta in una famiglia cristiana che sin da bambina mi ha insegnato ad avvicinarmi alla fede.
Quando avevo 5 anni mia madre cominciò a frequentare una comunità del Rinnovamento dello Spirito e così anche io e mia sorella cominciammo questo percorso di fede che ci ha accompagnato nella crescita e mi ha insegnato a pregare e a rivolgermi in maniera semplice a Gesù come ad un amico a cui raccontare le mie difficoltà e i miei dubbi, ma soprattutto mi ha insegnato a condividere la fede con i fratelli che camminavano con me.
All’età di 18 anni in un pellegrinaggio incontrai Enrico e pochi mesi dopo ci fidanzammo.
Nel fidanzamento durato quasi 6 anni, il Signore ha messo a dura prova la mia fede e i valori in cui dicevo di credere.
Dopo 4 anni il nostro fidanzamento ha cominciato a barcollare fino a che non ci siamo lasciati.
In quei momenti di sofferenza e di ribellione verso il Signore, perché ritenevo non ascoltasse le mie preghiere partecipai ad un Corso Vocazionale ad Assisi e li ritrovai la forza di credere in Lui, provai di nuovo a frequentare Enrico e cominciammo a farci seguire da un Padre Spirituale, ma il fidanzamento non ha funzionato fin tanto che non ho capito che il Signore non mi stava togliendo niente ma mi stava donando tutto e che solo Lui sapeva con chi io dovevo condividere la mia vita e che forse io ancora non ci avevo capito niente!
Finalmente libera dalle aspettative che mi ero creata ho potuto vedere con occhi nuovi quello che Dio voleva per me.
Poco dopo contro ogni nostra aspettativa superate le nostre paure abbiamo deciso di sposarci.
Nel matrimonio il Signore ha voluto donarci dei figli speciali: Maria Grazia Letizia e Davide Giovanni ma ci ha chiesto di accompagnarli soltanto fino alla nascita ci ha permesso di abbracciarli, battezzarli e consegnarli nelle mani del Padre in una serenità e una gioia sconvolgente.
Ora ci ha affidato questo terzo figlio, Francesco che sta bene e nascerà tra poco, ma ci ha chiesto anche di continuare a fidarci di Lui nonostante un tumore che ho scoperto poche settimane fa e che cerca di metterci paura del futuro, ma noi continuiamo a credere che Dio farà anche questa volta cose grandi.

Chiara Corbella Petrillo, al Laboratorio della fede, Gennaio 2011.





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