martedì 11 aprile 2023
L’imprenditrice Anna Fiscale ha creato l’impresa sociale Quid, che rimette in circolo i tessuti scartati dalle grandi marche e insieme le vite dei più fragili: «Abbiamo visto le ragazze rifiorire»
Una delle dipendenti dell'impresa sociale Quid al lavoro

Una delle dipendenti dell'impresa sociale Quid al lavoro - Quid

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Cambiare il mondo attraverso la moda. La sfida della veronese Anna Fiscale e della sua impresa sociale Quid gira la boa dei 10 anni e si appresta a crescere ancora. Intanto, a Terni è stata premiata con il “San Valentino per l’Economia”. Ad organizzarlo l’Istess (Istituto di Studi teologici e storico sociali) di Terni, la diocesi e la sede provinciale di Confapi.

Oltre 2 milioni di euro di fatturato, 100.000 capi e 1 milioni di accessori prodotti l’anno, 150 dipendenti dai 19 ai 69 anni, di 21 Paesi diversi. E una missione nobile: recuperare ciò che la società e l’impresa hanno messo da parte. Quid lavora infatti con gli scarti di tessuto dei grandi brand e con persone – in gran parte donne – che vengono recuperate al lavoro ed alla società dopo esperienze segnanti: carcere, droga, violenza, disabilità, prostituzione, fuga da guerra e povertà. Sette dipendenti su dieci fanno i conti con questo passato.

Anna Fiscale viene definita “imprenditrice della fragilità”, «che è diversa dalla debolezza – sottolinea –. Tutti siamo forti e fragili e la fragilità ci rende preziosi, mettendo a sistema il nostro valore. La debolezza invece è quella che ci fa abbassare lo sguardo. Con Quid abbiamo visto persone fragili rifiorire». L’avventura di Quid parte quando Anna Fiscale si era appena laureata in Economia, a 24 anni e oggi oltre al laboratorio di Verona conta anche altre cooperative sociali che lavorano per la sede centrale, dislocati in tutta Italia: «Il modello della sola massimizzazione del profitto che mi avevano insegnato non mi bastava – spiega ad Avvenire – sono stata in posti come l’India o l’Haiti post terremoto ed è lì che ho sviluppato l’idea, unendo la passione per la moda che ho sempre avuto».

«Tutto è partito da un brand che ci ha sostenuto all’inizio – spiega – quando ha conosciuto il nostro progetto. Abbiamo intercettato questa esigenza quando il tema della sostenibilità non era centrale. Oggi abbiamo una rete grazie alla quale i tessuti in eccedenza ci vengono venduti a prezzi bassissimi o addirittura regalati». In un percorso circolare, si parte da un prodotto finito, per crearne un altro finito rimettendolo in circolo negli store commerciali (7 negozi diretti del marchio ed uno elettronico, oltre a partnership produttive coi grandi marchi). Ma la parte fondamentale del progetto, senza la quale niente avrebbe senso, è il recupero umano: «Noi rilanciamo ciò che normalmente viene messo da parte – dice Anna Fiscale –, il tessuto di scarto e la persona che ha un vissuto difficile, che non sempre per la società ha diritto ad un percorso di vita e di lavoro normale. Lo facciamo attraverso la moda, la bellezza, trasformandola in una opportunità di riscatto».

Quid svolge anche un percorso di recupero coi detenuti – uomini e donne – del carcere di Montorio Veronese: «Alcune di loro che lavorano da noi durante la detenzione – racconta Fiscale – poi proseguono quando hanno scontato la pena: in questo modo offriamo una continuità lavorativa, abbassando le possibilità di recidiva. E qualcuna oggi ha anche incarichi di responsabilità e coordinamento: quello che diciamo sempre è che non importa la tua provenienza, perché puoi costruire il tuo percorso di vita a partire dal presente». Ma non c’è solo questo: Quid è in rete anche con i centri antiviolenza del Veronese, affiancando le ragazze nei percorsi di empowerment. Per tutti inoltre, è attivo un servizio di assistenza per aiutare ad usufruire dei servizi civici, come ad esempio lo Spid o trovare una casa. Una vera e propria “economia della resurrezione”, come ha sottolineato anche il vescovo monsignor Soddu: «Fuori dal servizio non si ha vero successo e questo progetto mette al centro l’uomo».




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