Il governo sta valutando un nuovo rinvio del blocco dei licenziamenti, attualmente in vigore fino al 31 marzo. Secondo le prime anticipazioni sul prossimo decreto che verrà ribattezzato "Sostegno" (e non più "Ristori") e che potrà attingere dai 32 miliardi già autorizzati dal Parlamento, l'esecutivo Draghi potrebbe prorogare lo stop fino al 30 giugno continuando anche a rifinanziare la cassa integrazione Covid, non più però per un tot di settimane ma già per tutto l'anno. Tra le novità in arrivo anche 600 milioni, ulteriori rispetto agli aiuti che saranno previsti per la generalità delle imprese, destinati soltanto al settore dello sci, costretto a restare fermo fino al 6 aprile dal nuovo Dpcm e che quindi vede compromessa l'intera stagione invernale.
Per l'erogazione dei rimborsi verrebbe attivata una nuova piattaforma Sogei e il governo si impegnerebbe ad erogare gli indennizzi entro il 30 aprile, comunque entro 10 giorni dopo la pubblicazione del provvedimento in Gazzetta Ufficiale. Altra importante novità saranno i criteri con cui verranno modulati i ristori. L'esecutivo si prepara ad archiviare il meccanismo dei codici Ateco, cioè per categoria di impresa. La viceministra M5s dell'Economia, Laura Castelli, ha spiegato inoltre a Radio 24 che per la quantificazione dei ristori si pensa di fare "confronti e calcoli sulle annualità, non più sulle mensilità, e si considererà il calo di fatturato, con tetti più alti di fatturato". L'indennizzo spetterebbe dimostrando la perdita del 33% della media mensile del fatturato 2020 rispetto alla media dell'anno 2019. Le fasce d'indennizzo sarebbero: 30% della perdita di fatturato per imprese e professionisti con un fatturato fino a 100 mila euro annuo; 25% della perdita con un fatturato da 101mila a 400mila euro annuo; 20% della perdita con un fatturato da 401mila a 1 milione di euro annuo; 15% della perdita con un fatturato da 1 milione a 5 milioni di euro annuo; sarebbe previsto un indennizzo, ancora in valutazione, anche alle start up. Per il capitolo dei vaccini, poi, è previsto un ulteriore finanziamento di 2 miliardi.
Corposto è poi il capitolo fiscale. Riguarda gli oltre 130 milioni di cartelli esattoriali ad oggi in magazzino. Le norme che potrebbero entrare sono lo stralcio per le vecchie cartelle, relative agli anni dal 2000 al 2015, fino a 5mila euro comprensivo però di sanzioni e interessi: toccherebbe quasi la metà del magazzino, circa 60 milioni di cartelle, e avrebbe un costo di 1 miliardo nel 2021 e 1 miliardo nel 2022. Scatterebbe poi una nuova sospensione fino al 30 aprile, quando scade (per ora) lo stato d'emergenza collegato al Covid, per l’invio di nuove cartelle e per il pagamento della “rottamazione ter” e del cosiddetto “saldo e stralcio”.