giovedì 3 agosto 2023
L'organizzazione denuncia le violazioni dei diritti dei migranti vulnerabili da parte della polizia di frontiera francese. Respinto un terzo dei minori soli assistiti, nessun rispetto per le famiglie
Resti del passaggio di migranti sul fiume Rojo

Resti del passaggio di migranti sul fiume Rojo - Ansa

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“Siamo stati fermati a Nizza dalla polizia. Mia moglie è incinta. È stata portata in ospedale perché è svenuta mentre la ammanettavano. Io e mio figlio di due anni siamo stati portati alla stazione di polizia di frontiera di Mentone. Abbiamo passato la notte al freddo e la mattina successiva siamo stati respinti e riportati in Italia, ma non abbiamo sue notizie”.

E' una delle tante storie di maltrattamenti di migranti vulnerabili alla frontiera italo francese e di diritti negati che si ascoltano comunemente a Ventimiglia. Medici senza frontiere le ha raccolte nel rapporto Vietato Passare - La sfida quotidiana delle persone in transito respinte e bloccate alla frontiera franco-italianache denuncia le condizioni di centinaia di persone in transito a Ventimiglia mentre cercano ogni giorno di attraversare il confine italo-francese per raggiungere altri paesi europei. Tra loro, dichiara Medici senza frontiere, ”uomini, donne anche incinte e bambini sistematicamente respinti dalla polizia francese – talvolta con violenza, trattamenti inumani e privazione temporanea della libertà personale – e lasciati senza un’adeguata assistenza sul territorio italiano”.

Più di un terzo dei 48 minori non accompagnati assistiti da Msf, ad esempio, ha riferito di essere stato respinto dai francesi (che avrebbero dovuto per le leggi internazionali prenderli in carico) mentre diverse persone hanno raccontato di essere state detenute arbitrariamente dalla polizia francese e trattenute in container durante la notte, in condizioni di promiscuità e senza alcuna protezione specifica per donne e minori.

Tra i 320 pazienti visitati dalla clinica mobile di MSF tra febbraio e giugno 2023 durante le proprie attività di clinica mobile e le 684 persone in transito che hanno partecipato ad attività di promozione della salute e orientamento ai servizi socio-sanitari, il 79,8% ha dichiarato di aver tentato più di una volta di raggiungere la Francia e di essere stato respinto.

“Vediamo persone estremamente vulnerabili respinte dalla polizia francese in maniera indiscriminata, senza che le loro specifiche condizioni individuali vengano adeguatamente valutate, per poi ritrovarsi sul territorio italiano senza un’adeguata assistenza da parte delle istituzioni”, dichiara Sergio Di Dato, coordinatore del progetto di MSF a Ventimiglia.

Molte persone in transito incontrate e assistite da Msf hanno denunciato le violazioni delle autorità francesi durante le procedure di notifica del refus d’entré (rifiuto d’ingresso), menzionando ad esempio trascrizioni imprecise dei dati personali, la fornitura imparziale o insufficiente di informazioni da parte delle autorità o l’assenza di mediatori interculturali.

A Ventimiglia, d’altro canto, non va meglio secondo Msf. Le persone in transito hanno un accesso estremamente limitato ad alloggi adeguati, all'assistenza sanitaria, all'acqua potabile o ai servizi igienici, con conseguenze dirette sulle loro condizioni di salute.

Sulla base delle testimonianze e dei dati medici raccolti a Ventimiglia e al confine con la Francia, Msf esorta l'Italia, la Francia e gli altri paesi europei a mettere in atto tutte le misure necessarie per garantire dignità e protezione alle persone vulnerabili in transito ponendo fine ai respingimenti sistematici e indiscriminati, ai trattamenti degradanti e inumani alle frontiere dell'Unione Europea, a garantire l'accesso all'assistenza sanitaria e a condizioni di vita dignitose alle persone in transito a Ventimiglia, e a garantire il diritto dei minori stranieri di chiedere asilo sul territorio francese ed europeo.

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