«Ci aspettiamo molto dall'Italia e siamo sicuri che sceglierà di stare dalla parte della gente che chiede il cambiamento. Tutto il nostro rispetto per il dibattito in corso». Juan Guaidò da Caracas chiede al nostro Paese di riconoscere il suo governo, parlando della tragica situazione del Venezuela in cui il presidente Maduro ha perso il controllo del Paese: 70 giovani sono stati uccisi e 700 persone sono finite in carcere.
A nome dell'esecutivo italiano è il vicepremier Luigi Di Maio a fare chiarezza. «Il cambiamento lo decidono i venezuelani - sottolinea - noi siamo dalla parte della pace e della democrazia quindi dobbiamo creare i presupposti per favorire nuove elezioni».
Secondo il presidente della Camera Roberto Fico, inoltre, «occorre una terza via, che si ponga fuori dalla logica di contrapposizione Maduro-Guaidò, e che metta al centro le condizioni di quegli ampi settori popolari oggi stremati o che sono stati costretti a fuggire». Stamane, in un'intervista, il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani ha detto che «a Maduro va dato un ultimatum: elezioni democratiche o non ti riconosciamo presidente legittimo. L'intervento politico forte dell'Ue è indispensabile».
Poi un messaggio all'Italia: «I partiti italiani, come i governi, dovrebbero mettere da parte gli interessi da campagna elettorale e schierarsi compatti per garantire al popolo venezuelano di decidere il suo destino in libere elezioni. Al più presto».