Per le "unioni civili" si cerca una "terza via". Lo scontro è sulla stepchild adoption, il nodo più spinoso della
legge sulle unioni civili.
Si cerca una mediazione politica: una "stepchild ristretta", la immagina qualcuno. È quanto emerge dopo una riunione del premier e segretario Renzi con i capigruppo Pd e il ministro Boschi. Non ci sarà, invece, la prevista direzione del Pd, che era in agenda per il 18. Si è deciso di
convocare un'assemblea del gruppo del Pd al Senato, forse la prossima settimana.
L'incontro, questa mattina a Palazzo Chigi, prima del Consiglio dei ministri, ha visto di fronte Matteo Renzi, il ministro
delle Riforme e dei rapporti con il Parlamento, Maria Elena
Boschi, e i capigruppo Pd di Senato e Camera, Luigi Zanda ed
Ettore Rosato. È una riunione che in genere si tiene ogni
lunedì mattina, per fare il punto sui lavori parlamentari, e che
oggi è servita a fare un quadro della situazione alla ripresa
dopo la pausa natalizia.
Il calendario dei lavori d'Aula prevede la prossima settimana il voto sulla riforma costituzionale alla Camera e poi tre decreti: Giubileo,
Milleproroghe e Ilva. L'assemblea del gruppo Pd al Senato, ipotizzata per la prossima settimana, dovrà provare a trovare una quadra sul nodo della stepchild
adoption, l'adozione del figlio del partner, che vede
contrari
tra i venti e i venticinque senatori Dem di area cattolica.
L'obiettivo è di condurre in porto una riforma ma anche di ricompattare il Pd e
"recuperare" anche Ncd, il partito di Alfano alleato di governo. Certo
il grande problema resta quello della pratica, inaccettabile, dell'utero in affitto. Con la quale le donne vengono usate come "macchine da riproduzione".
Il rischio che l'attuale formulazione del Ddl Cirinnà apra a questo "mercato", effettuato all'estero, è altissima. In Italia è infatti proibito. Occorrono dei paletti, chiari, ma ancora non è chiaro quali possano essere.
Trovare una mediazione politica non sarà semplice. Nelle prossime settimane si incaricherà di condurre il
dialogo un
"gruppo ristretto" coordinato dalla Boschi con i
capigruppo di Camera e Senato, del quale dovrebbero far parte i
senatori Giorgio Tonini e Francesco Russo e il deputato Walter
Verini.