lunedì 6 novembre 2023
L'idea è stata lanciata dal ministro Valditara in visita, questa mattina, al nuovo liceo musicale “Zucchi” di Monza. Favorevoli i presidi e la Cisl. Nettamente contraria la Cgil
Studenti all'esterno di un liceo romano

Studenti all'esterno di un liceo romano - Cristian Gennari

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La scuola alla perenne ricerca di fondi per promuovere nuove iniziative, potrebbe commercializzare prodotti realizzati dagli studenti, con il logo del Ministero dell'Istruzione e del Merito. Un segno distintivo che caratterizzerebbe il frutto dell'ingegno di alunni e insegnanti. L'idea del “marchio di qualità” è venuta al ministro Giuseppe Valditara, che l'ha annunciata pubblicamente questa mattina all'inaugurazione del liceo musicale “Zucchi” di Monza. Ad allievi e docenti, il ministro ha proposto «l'incisione di brani da commercializzare con il logo del ministero» quale «strumento di finanziamento della scuola». E la pratica potrebbe essere diffusa in tutti gli istituti italiani, con il logo “made in scuola” cucito su felpe, zaini e materiale vario.

L'idea di Valditara si inserisce nel solco di un «proficuo dialogo» tra la scuola e il mondo dell'impresa, per cui «abbiamo voluto creare una direzione apposita», ha ricordato il Ministro. «Questo modello è l'antidoto più forte contro ogni forma di devianza, di bullismo e dispersione - ha sottolineato Valditara -. Quando un ragazzo, qualunque sia la sua origine, trova nella scuola un momento di realizzazione, trova insegnanti generosi e preparati, trova istituzioni così armoniche, quel ragazzo sa che il futuro è nelle sue mani, ha possibilità di crescere in modo sano. L'antidoto più forte è una scuola che sappia valorizzare i talenti. È da qui che voglio partire».

La proposta di Valditara è stata accolta con favore dall'Associazione nazionale presidi: «Le scuole hanno sempre bisogno di risorse finanziarie aggiuntive - sottolinea Mario Rusconi, presidente Anp di Roma -. Quindi, nuove iniziative sono utili per acquisire le risorse di cui la scuola ha bisogno». «Ben vengano tutte le idee utili ad esaltare il grande e qualificato lavoro che studenti, insegnanti, dirigenti e personale Ata realizzano a scuola - interviene Ivana Barbacci, segretaria generale della Cisl Scuola -. Questo è un esempio concreto di quanto non sia necessario un “liceo del made in Italy”, perché la cultura del “made inj Italy” è trasversale a tutte le esperienze formative delle nostre scuole».

Netta contrarietà arriva, invece, dalla segretaria generale della Flc-Cgil, Gianna Fracassi, che definisce le parole dei Ministro uno «scherzo». Ricordando che «chi deve trovare i modi, ma più che altro le risorse per finanziare la scuola, è il ministro non gli studenti, vendendo “i prodotti” come li ha chiamati Valditara».

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