venerdì 20 ottobre 2017
Davvero è necessario imporre una fittizia confusione in bambini che confusi non sono? Davvero le persone Lgbt hanno bisogno di questo per ottenere il rispetto dovuto?
Le favole Lgbt in piazza, un Arcobaleno poco naïf e molto strategico
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Riportare nelle piazze di Pavia bambini e famiglie, come avveniva un tempo tutto sommato ancora recente, quando di bambini ne nascevano tanti, Internet non aveva soppiantato i giochi all’aria aperta, parchi e città erano sicuri. Questo l’obiettivo di "Giocanda 2017", bella manifestazione organizzata da Comune di Pavia e Centro Servizi Volontariato, che ripropone appunto i "vecchi tempi", compresi i passatempi della nonna e i giochi tradizionali da riscoprire.

In tale cornice non può che stridere l’operazione di Arcigay-Coming Aut, che si inserisce con l’iniziativa "Arcobaleno di fiabe": titolo naïf, contenuti niente affatto. La strategia (termine azzeccatissimo, che perciò mutuiamo volentieri) è sempre quella, perseguita da anni dall’Unar, l’Ufficio nazionale Antidiscriminazioni razziali, ovvero in teoria "il contrasto alle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e l’identità di genere", in realtà l’irruzione del gender nel mondo delle fiabe, per "dimostrare" ai bambini che la famiglia formata da un papà, una mamma e i loro figli è un’astrazione inesistente e stereotipata. Basta dunque con prìncipi e fanciulle che si innamorano e si sposano. Basta con i c’era una volta. Gli attivisti arcobaleno prospettano il loro "ci sarà", con prìncipi che sposano scudieri e bambini con tre o quattro genitori.

Quella di Roy e Silo, ad esempio, è una "storia vera" di pinguini avvenuta venti anni fa allo zoo di New York, e per questo raccontata ai bambini come esempio virtuoso dal quale gli umani dovranno imparare. "Dopo aver vissuto per anni fianco a fianco nello zoo", insegna la genderfiaba, i due uccelli antartici "fecero la scoperta l’uno dell’altro e da quel momento sono diventati una coppia". Naturalmente hanno anche avuto un figlio, il "loro unico pulcino" Tango. Che poi ovviamente è nato da una femmina e un maschio, ma questo è secondario, perché il "lungimirante" guardiano dello zoo decise di "coronare il loro desiderio di paternità" dando a Roy e a Silo un uovo deposto dalla pinguina Betty, ovvero "l’opportunità di diventare una famiglia".

Inutile dire che vissero felici e contenti, tant’è che "se andrete a visitare lo zoo di Central Park potrete vedere Tango e i suoi genitori sguazzare insieme ai loro amici". Sottintesa, ma neanche tanto, la morale: ciò che è sempre avvenuto tra gli esseri umani è solo un errore da cui liberarci, al contrario ciò che a volte accade tra gli animali è naturale e sacrosanto. La famiglia "tradizionale", insomma, è un’anticaglia superata dai tempi.

Come dimostra anche un’altra delle fiabe lette a Giocanda, titolo "Ci piacciamo", dove – assicura l’introduzione – "si fa una panoramica su una varietà di coppie con l’intento di cambiare le opinioni-pregiudizi sugli stereotipi".

Palese l’impronta dei famigerati tre volumetti "Educare alla diversità a scuola", diffusi nel 2014 dall’Unar a spese del contribuente (e poi ritirati), le cui linee guida per i maestri sostenevano che la famiglia padre-uomo madre-donna sia solo uno "stereotipo da pubblicità", un inganno dovuto al fatto che "molti bambini trascorrono gli anni della scuola elementare senza accenni positivi alle persone LGBT» (lesbiche, gay, bisessuali e transgender). Dunque, poiché «questi sono gli anni in cui i bambini di solito cominciano a formarsi un’idea di se stessi», l’Unar raccomandava ai maestri di non "usare analogie che facciano riferimento a una prospettiva eteronormativa" (il principe che sposa la fanciulla), poiché «tale punto di vista può tradursi nell’assunzione che un bambino da grande si innamorerà di una donna e la sposerà».

Cui prodest tutto questo? Davvero, ci chiediamo, irrompere nell’immaginario dei piccoli disarticolando il loro mondo interiore è il modo giusto per rispettare le diversità? Davvero è necessario imporre una fittizia confusione in bambini che confusi non sono? Davvero le persone Lgbt hanno bisogno di questo per ottenere il rispetto dovuto a ogni uomo e a ogni donna, a prescindere dal loro orientamento? Scardinare la famiglia può fare il bene delle persone omosessuali? È vero, l’infanzia è l’età in cui i bambini fondano l’idea di se stessi, e la fiaba è il fondamento della vita reale, la base su cui poggia l’adulto che saranno. E aggredire l’immaginario dei nostri piccoli non ne farà degli adulti migliori.

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