Settimana decisiva per la manovra economica 2017 che il governo dovrebbe varare entro il 15 ottobre. Sul piano dei contenuti trapela l’intenzione del governo di riaprire il capitolo famiglia con uno
stanziamento ad hoc per i nuclei con due o più figli in condizioni di difficoltà, anche se l’operazione non è ancora definita nei dettagli. Sul piano dei conti resta da sciogliere il nodo delle previsioni sul Pil (e sul deficit) 2017 dopo che l’Ufficio parlamentare di Bilancio ha deciso di non validare le previsioni governative giudicate troppo ottimistiche. Ieri il ministero dell’Economia ha inviato all’organismo che vigila sui conti pubblici la risposta ai rilievi critici formulati nel corso dell’audizione parlamentare di lunedì scorso. Ma la partita vera, dal punto di vista del bilancio, si gioca tutta con l’Europa e oggi Padoan incontrerà a Washington il commissario Ue Moscovici. Il governo punta a ottenere il deficit massimo possibile, portando l’indebitamento programmatico del prossimo anno dal 2% sin qui indicato al 2,4%, appellandosi all’emergenza terremoto e immigrazione. Moscovici ha confermato l’atteggiamento 'politico' di apertura di Bruxelles (motivato con il rischio populismo), ma sul piano tecnico restano scogli da superare. A partire dalla traiettoria del debito pubblico e dal deficit strutturale, due indicatori chiave che l’Italia si era impegnata a ridurre. Il taglio del debito doveva partire quest’anno, ma è stato rinviato al 2017. Mentre l’indebitamento strutturale, in base al Patto di stabilità dovrebbe essere ridotto di 6 decimi di punto il prossimo anno, mentre il Def lo lascia invariato. È prevedibile quindi che la Commissione chieda uno sforzo aggiuntivo mentre resta improbabile l’avvio di una procedura per uno 'scostamento significativo' dal cammino concordato. La trattativa con la Ue sarà determinante per definire gli spazi di bilancio a disposizione e di conseguenza gli interventi che entreranno nella manovra. Si lavora su due fronti. Uno è quello del sostegno alla crescita con misure per facilitare gli investimenti pubblici e quelli privati, la detassazione dei salari di produttività e la riduzione della pressione fiscale sulle imprese. L’altro è quello sociale, con il capitolo pensioni (Ape e quattordicesima) in primo piano. In questo ambito dovrebbe trovare posto anche la questione famiglia. A quanto pare il governo sta puntando a un intervento sistematico a partirà dal 2018 ma la direzione di marcia sarebbe fissata già nella manovra di quest’anno. Per l’immediato è in cantiere un primo passo per sostenere le famiglie con due o più figli. Una sorta di bonus destinato ai nuclei numerosi, oppure ai nuovi bebé che non siano figli unici. La misura sarebbe legata all’Isee, l’indicatore della situa- zione economica familiare che già regola l’accesso ad altre prestazione sociali. Secondo quanto trapela per il primo anno, le risorse a disposizione ammonterebbero ad circa 400 milioni e in base all’ammontare delle coperture si deciderà la soglia di reddito entro cui garantire il bonus. I destinatari dovrebbero essere non le famiglie sotto la soglia di povertà (per le quali ci sarebbero altri strumenti) ma quelle comunque in condizioni di precarietà. Determinante sarà però capire se i fondi saranno aggiuntivi o meno rispetto a quelli indicati già indicati per il 2017 per la lotta alla povertà (un miliardi di euro) e le altre misure sociali. A premere nel governo per un intervento immediato è il gruppo centrista di Area Popolare. Ma ieri mattina anche Mattao Renzi è tornato a parlare di 'quoziente familiare'. Intanto mercoledì prossimo il Def sarà votato dalla Camera e la sera prima il ministro Padoan tornerà a riferire in in Commissione Bilancio. Il titolare dell’Economia ieri ha dispensato ottimismo, sottolineando a Washington che l’Italia è «nel mezzo del treno » della crescita europea, ma «in un paio d’anni saremo in testa».