l cantiere della Tav a Chiomonte, in una foto d'archivio del 2013
Redittività «fortemente negativa». Per dirla in cifre: perdite «per 7 miliardi» e vantaggi economici «per 885 milioni». Contro una marcia indietro che, a conti fatti, costerebbe nella peggiore delle ipotesi poco più di un miliardo di euro. Arriva - tanto attesa quanto sonora - la bocciatura della Tav da parte degli esperti del ministero delle Infrastruttre e dei trasporti nominati dal ministro Danilo Toninelli chiamati all'analisi costi-benefici dell'opera. QUI LO STUDIO COMPLETO
Il gruppo di lavoro coordinato dal professor Marco Ponti spiega che la differenza tra costi sostenuti e benefici conseguente alla realizzazione dell'opera risulta negativa per 7 miliardi. Il valore netto economico, al netto tra le altre cose dei costi di ripristino per lo stop all'opera, risulta pari a -5,7 miliardi. Dal punto di vista tecnico-giuridico, secondo un'ulteriore analisi condotta in parallelo, è invece difficile determinare in modo netto i costi del blocco del progetto. Questi possono però essere quantificati in un massimo di 1,3 miliardi.
Il documento è stato firmato da 5 sui 6 membri del gruppo di lavoro sulla valutazione dei progetti: Marco Ponti, Paolo Beria, Alfredo Drufuca, Riccardo Parolin e Francesco Ramella. Non ha firmato, come hanno segnalato fonti parlamentari dell'opposizione, Pierluigi Coppola. Ma subito è arrivata la precisazione del Mit: il professor Coppola, hanno puntualizzato, non ha partecipato, in specifico, alla stesura della relazione sull'analisi costi benefici Torino-Lione.
Ed è subito polemica, prima con il commento al vetriolo del ministro dell'Interno Matteo Salvini: «L'analisi? Io non l'ho ancora letta» ha commentato il vicepremier, che nei giorni scorsi aveva preso una posizione diametralmente opposta a quella del Movimento 5 Stelle sostenendo l'utilità dell'opera e di essere in possesso di altri numeri rispetto a quelli prospettati dalla commissione ministeriale.
Durissimo anche il Commissario straordinario per l'Asse Ferroviario Torino-Lione (nominato dai governi precedenti), Paolo Foietta, che parla di una «truffa»: «Mi riservo di vedere nel dettaglio i numeri, ma dalle prime indicazioni mi sembra che dalla farsa si è passati alla truffa - ha detto -. È una analisi truffa realizzata per far quadrare i conti in base a quello che vuole il padrone: i costi sono ampiamente gonfiati, mentre c'è una enorme sottovalutazione dei benefici ambientali e sociali».
«Ora è chiaro chi vuol mettere il Piemonte in un angolo» ha aggiunto il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, commentando così l'esito dell'analisi costi-benefici sulla Torino-Lione. «Si delinea uno scenario che rischia di penalizzare pesantemente l'economia, lo sviluppo e la condizione ambientale delle nostre regioni - sottolinea il governatore del Pd -. Ora il governo si assuma la responsabilità di decidere, anche se temo di non sbagliare dicendo che farà, su opposte sponde, solo campagna elettorale».
Il capogruppo del Pd alla Camera, Graziano Delrio, definisce l'analisi "uno studio cieco e inaffidabile totalmente guidato e pilotato dalla politica. Dicendo no alle infrastrutture e agli investimenti pubblici il governo blocca il Paese e chiude le porte allo sviluppo e al lavoro contraddicendo tutti i precedenti studi che avevano valutato positivamente un'opera fondamentale per trasferire il trasporto
delle merci dalla gomma al ferro con evidenti vantaggi ambientali".
Preoccupazione per i contraccolpi all'economia è stata espressa anche dagli industriali. "L'apertura di quei cantieri a regime determina 50.000 posti. A noi basta come analisi costo/opportunità in una fase delicata dell'economia in cui va messo al centro occupazione e lavoro", afferma il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia.
«Come ciascuno adesso può vedere da sé, i numeri dell'analisi economica e trasportistica sono estremamente negativi, direi impietosi» ha ribattuto il ministro delle infrastrutture e trasporti Danilo Toninelli. «La valutazione negativa della Torino-Lione che emerge dall'analisi, voglio dirlo in modo chiaro, non è contro la Ue o contro la Francia - ha aggiunto -. La decisione finale, come è naturale che sia, spetta ora al Governo stesso nella sua piena collegialità». «Secondo noi quei soldi andrebbero usati diversamente - ha poi proseguito -. D'altronde, a fronte di una analisi economica negativa per 7-8 miliardi, a seconda degli scenari, l'analisi giuridica ci dice che rinunciare all'opera ci potrebbe costare alcune centinaia di milioni, mentre la gran parte dei fondi Ue in ballo potrebbe comunque essere oggetto di una nuova negoziazione politica».
La Commissione europea nel frattempo non commenta le cifre dell'analisi costi-benefici sulla Tav, ma sta ancora esaminando il documento che l'esecutivo ha inviato a Bruxelles nei giorni scorsi. «Ci sono alcuni aspetti del documento che dovranno essere chiariti con le autorità italiane» fanno sapere fonti della stessa Commissione. I contatti dovrebbero essere per il momento solo a livello di Direzione generale con i gabinetti interessati e non è attesa, almeno non a strettissimo giro, una missione del ministro Danilo Toninelli a Bruxelles.