«Ciò che si è deciso al vertice di Parigi è un successo per l’Italia, che ha fatto da apripista ». Intervistato sul palco della Festa dell’Unità di Pesaro, il ministro dell’Interno Marco Minniti non si nasconde: il nuovo corso sulle politiche migratorie suggerito da Roma al resto dei Paesi della Ue è la via maestra per affrontare il problema: «Per risolverlo – aggiunge – occorre investire grandi risorse nei Paesi africani, dalla Guinea al Ciad, dal Niger a tutta la zona subsahariana. Quanti soldi? Almeno quanti sono stati investiti per la Turchia e la rotta balcanica». Il titolare del Viminale spiega di aver agito con decisione, negli ultimi mesi, perché molto preoccupato: «Ho temuto per la tenuta democratica, di fronte a barricate per l’arrivo di migliaia di stranieri e a sindaci che mi dicevano 'no'. Ho capito che andava governato subito il flusso migratorio e l’abbiamo fatto».
Agosto: 18mila migranti in meno. I numeri sul calo degli sbarchi, seguito all’intesa con le autorità libiche, danno ragione alla linea Minniti: in questo mese, gli arrivi via mare sono stati 3.194, a fronte dei 21.294 dell’agosto 2016, con 18.100 migranti in meno. Già luglio aveva fatto segnare un dimezzamento (11.459 persone contro i 23.552 del luglio 2016), mentre negli 8 mesi dell’anno in corso, il calo complessivo è stato del 7,62% (98.407 migranti contro i 106.523 del 2016). «Un paese capace di cancellare la parola emergenza dal vocabolario è più sicuro», insiste Minniti, ribadendo anche l’importanza dell’accoglienza: «Se un uomo fugge da guerre e carestie, io ho il dovere di accoglierlo come Dio comanda».
«Ius soli? Sono d’accordo». Nel governo Gentiloni, il ministro è fra i primi sostenitori (mentre il titolare degli Esteri, Alfano, è contrario) della proposta di legge al vaglio del Senato: «Sono d’accordo nell’approvarla, lo ius soli è incrociato con lo ius culturae – afferma –. È una battaglia di civiltà che noi dobbiamo vincere, favorirà l’integrazione e renderà il nostro Paese più sicuro». Un ragazzino nato in Italia, «che studia qui, perché deve aspettare 18 anni per diventare italiano?», si chiede il ministro, puntualizzando che «quelli che hanno colpito in Europa negli ultimi attentati non venivano da fuori, ma erano persone non integrate».
Sgomberi, incontro con l’Anci. Dal Campidoglio, la sindaca Virginia Raggi torna sulla travagliata vicenda dello sgombero dei rifugiati dal palazzo di piazza Indipendenza: «A Roma ci sono 100 im- mobili occupati, non ne tollereremo altri ». Sempre ieri, al Viminale si è tenuto un incontro sull’emergenza abitativa fra i tecnici del ministero e una delegazione dell’Anci, che rappresenta i circa 8mila comuni italiani. Non c’è ancora una direttiva vera e propria o una circolare inviata a prefetti e questori, ma la 'linea del buonsenso' decisa nei giorni scorsi dal Viminale, dovrebbe avere due punti fermi: non autorizzare altri sgomberi, se prima non è stata concordata una sistemazione dove alloggiare chi ne ha diritto. E incaricare prefetti e sindaci d’individuare strutture adeguate, a partire dalle grandi città. Allo studio diverse ipotesi, come quella di recuperare e riutilizzare beni immobili confiscati alle mafie (solo nel Lazio sono 1.130, 454 a Roma, fra cui molte unità a uso abitativo): «Prendiamo atto della mancanza di un testo da parte del Viminale e dell’assenza di un riepilogo sul numero degli immobili e sulle risorse a disposizione», ha detto dopo la riunione il segretario generale dell’Anci, Veronica Nicotra, aggiungendo che si sta lavorando a «linee guida per regole nuove, riguardanti le norme sulla sicurezza urbana, il comitato dei prefetti e i servizi sociali». Il confronto fra sindaci e governo si chiuderà la prossima settimana, con un incontro fra il ministro Minniti e il presidente dell’Anci Antonio Decaro.