venerdì 23 gennaio 2015
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Malgrado la crisi, malgrado un generale calo dei consumi, gli italiani continuano a spendere soldi nell’azzardo. Tantissimi soldi. Mentre lo Stato incassa sempre meno. Nel 2014 sono finiti in slot, scommesse, "gratta e vinci" e quant’altro quasi 84,5 miliardi di euro, praticamente quanto nel 2013. Il calo è stato, infatti, appena dello 0,29%, quasi niente soprattutto se raffrontato con quanto le famiglie hanno speso in meno per i propri consumi sempre nell’ultimo anno. Basti pensare che solo a Natale il calo è stato del 5% mentre per tutto il 2014 dovrebbe attestarsi sull’1,5%. Insomma si risparmia su alimentari, abbigliamento, sanità, cultura, divertimento e si continuano a buttare via soldi nell’azzardo, soprattutto, nelle scommesse che sono aumentate di ben l’11,2%. Ed è qui il perché della diminuzione dell’introito erariale che è sceso del 2,18%, passando dal 8,475 miliardi a 8,291, quasi 200 milioni in meno. Infatti gli italiani stanno abbandonando i giochi a più alta tassazione per quelli a bassa tassazione, dalle slot che sono tassate al 12,5% e le Vlt tassate al 4%, alle scommesse che hanno un prelievo erariale dallo 0,2 all’1%. Ma non è solo questa la conseguenza. «Come spesa gli italiani giocano come prima, tantissimo, ma come tempi di vita giocano molto di più – spiega il sociologo Maurizio Fiasco, consulente della Consulta nazionale antiusura –. E lo Stato incassa meno. Si passa, infatti, da giochi a bassa frequenza e alta remunerazione per l’Erario a quelli ad alta frequenza e bassa remunerazione». E lancia una pesantissima accusa: «È un sistema pianificato sull’arruolamento nel gioco patologico di massa». Gli italiani continuano a buttare via gli stessi soldi ma molte più ore. E questo spinge verso la dipendenza.Dunque "bisca Italia" continua a drenare soldi delle famiglie, basti pensare che gli 84,485 miliardi giocati sono il 10% del totale delle spese per consumi privati degli italiani che viaggiano tra gli 830 e gli 880 miliardi. Le preferenze vanno, come detto al settore delle scommesse sportive, che con una raccolta di 4.250 milioni hanno registrato un +11,2% rispetto al 2013, ed il Lotto (grazie soprattutto al 10eLotto), che ha incassato 6.629 milioni di euro per una crescita del +4,7% rispetto all’anno prima. E non è un caso che sono i "giochi" di più facile accesso, grazie all’on line e a una distribuzione capillare (il Lotto). Calano, invece, le scommesse ippiche (-16,1%, con una raccolta di 682 milioni), SuperEnalotto e giochi numerici a totalizzatore (-13,7%, con 1.188 milioni) e giochi di abilità a distanza (-7,3%, con 12.318 milioni). Segno negativo anche per il settore di slot e Vlt, che nonostante rappresenti il 55% del mercato con una raccolta di 47 miliardi, ha registrato un calo dell’1,7% rispetto al 2013. Con 1.624 milioni il Bingo ha segnato invece un decremento del -2,4%, mentre Gratta e Vinci e Lotterie, con 9.441 milioni incassati, hanno segnato un -1,8%. Per quanto riguarda l’Erario degli 8.291 milioni di euro incassati dallo Stato, i migliori contribuenti, a livello di andamento percentuale, sono stati, come abbia spiegato, le scommesse sportive, che hanno registrato un +4,8% con 170 milioni versati nelle casse dello Stato, ed il Bingo che, nonostante una raccolta "in rosso", ha segnato un +4,3% di incassi per 191 milioni. Mentre seppure in calo in termini complessivi sono stati invece slot e Vlt, Gratta e Vinci e Lotterie ed il Lotto i giochi che hanno versato di più nelle casse erariali: rispettivamente 4.311, 1.461 e 1.113 milioni.A fronte di un mercato sempre ricchissimo, e in attesa di una norma nazionale prevista dalla Delega fiscale, le regioni si stanno sempre più spendendo per regolamentarlo. Sono già 13 (vedi grafico) quelle che hanno emanato una legge apposita, soprattutto per contrastare il gioco d’azzardo patologico e la diffusione delle sale, ma anche le altre hanno da tempo una proposta sul tavolo.
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