«Ciò che mi colpisce negativamente non è solo l’indisponibilità a trovare subito soldi veri per le famiglie, ma il dato culturale che c’è sotto. Il governo ci dice: 'Aiutiamo le famiglie che sono sotto la soglia di povertà'. È come dire che si aiutano le imprese solo quando vanno in crisi, o si curano i malati solo quando stanno per morire. Per noi significa che non è sufficiente fare proposte sul fisco, far sentire la nostra voce, fare pressione. C’è un gap culturale sulla famiglia in chi ci governa e nella politica e come Forum dobbiamo provare a colmarlo ». La notizia del quinto figlio in arrivo smorza l’amarezza di Gigi De Palo, presidente del Forum delle associazioni familiari. Le sue parole tradiscono però un senso di delusione non formale. «Siamo contenti di aver costretto il governo a prendere posizione – ha detto dopo aver ascoltato Padoan e Boschi –, ma siamo profondamente rattristati dal fatto che c’è sempre qualcosa che viene prima della famiglia. I soldi si trovano sempre per salvare le banche, così come si sono trovati 10 miliardi per il bonus degli 80 euro elargito a prescindere dai carichi familiari, ma non si riesce mai a trovare le risorse per permettere agli italiani di vivere e non sopravvivere se mettono al mondo un figlio. Siamo stanchi di supplire alle mancanze dello Stato. Come possiamo credere a chi ci promette riforme strutturali nella prossima legislatura se non è in grado di dare un segnale già nella prossima legge di stabilità? ».
Insomma, la Conferenza si conclude con una domanda e non con una risposta...
Con tante domande, in realtà. Ci faccia caso. Gentiloni, Padoan e Boschi hanno espresso riconoscimento alla famiglia per ciò che fa, non per ciò che è. E quindi, seguendo il loro ragionamento, lo Stato interviene solo quando la famiglia non riesce più a supplire alle difficoltà delle persone. La famiglia invece è un soggetto del sistema-Paese, è un attore protagonista, contribuisce allo sviluppo, alla crescita economica, alla formazione umana e professionale, al senso di cittadinanza. Uno Stato lungimirante se ne prenderebbe cura come si ha cura dei beni più preziosi.
Si sapeva che in questa Conferenza non sarebbero maturate scelte forti come il fattore famiglia…
Lo sapevamo, certo. Ma non ci aspettavamo che la politica confondesse i piani: un conto sono le politiche sociato li, un conto quelle familiari. E, soprattutto credevamo che l’emergenza demografica non fosse solo un tema da commentare, ma a cui trovare una soluzione prima possibile. Evidentemente preoccupa solo noi il fatto che mettere al mondo un figlio è una delle prime cause di povertà...
Cosa si aspettava?
Il Forum non ha mai fatto proposte irrealistiche, ha sempre messo davanti il senso di responsabilità per le condizioni complessive del Paese. Dopo studi e simulazioni presentate anche ai tecnici del governo, ritenevamo che si potesse partire con due miliardi sul fattore famiglia, un decimo di quanto stanzia- per le banche.
Il governo ha scelto però di mettere ciò che c’è sul Reddito d’inclusione...
Adesso vedremo quanto sarà rinforzato il fondo per il Rei e se davvero si terrà conto dei carichi familiari nella sua somministrazione. Almeno su questo, una parola più precisa ci poteva essere. Non vorrei però che si finanziasse l’aumento del Rei con i soldi del bonus-bebè, che scade con i bambini nati nel 2017. In assenza di provvedimenti strutturali, almeno resti ciò che c’è e non si faccia il gioco delle tre carte togliendo da una parte e mettendo dall’altra.
Diceva: al Forum non basta fare proposte, bisogna lavorare anche su altri fronti…
A questo punto la legislatura è finita. Ci sono stati anche alcune misure ad hoc, non lo si può negare, su natalità e nidi. Ma purtroppo non sono strutturali e non incentivano la natalità: scommettiamo che il prossimo anno saremo qui a commentare il fatto che ancora una volta e sempre di più i morti supereranno i nuovi nati? Il fatto è che, arrivati al dunque, alla necessità di riscrivere il fisco intorno alla famiglia, ci sono stati arretramenti segno di scarso coraggio. Dal nostro punto di vista, non possiamo non notare la differenza di volontà politica dimostrata sulle unioni civili, che hanno bloccato il Parlamento per molti mesi e alla fine riguardano 5mila persone, come ci ha ripetuto l’Istat ieri. Ma non ci rassegniamo però e guardiamo alle elezioni e alla nuova legislatura. Come Forum proporremo un seminario con tutti i partiti insieme per capire se è realistico che la prossima legislatura non finisca con la famiglia, ma parta con la famiglia. A prescindere da chi governerà e da chi comporrà la maggioranza, che si tratti di un esecutivo di coalizione o di larghe intese. Primo atto della nuova legislatura: il fattore-famiglia. Chi ci sta davvero?
Quanto alla Conferenza, è stato comunque giusto farla?
Penso di sì. Chi è intervenuto ora ha più consapevolezza circa il fatto che vanno incrementati i nostri sforzi di pressione costruttiva sulla politica. E dai tavoli di lavoro sono emersi contributi importanti. Il governo e le istituzioni hanno potuto ascoltare la voce di chi viene meno ascoltato, di associazioni che hanno fatto e fanno la storia del Paese, uomini e donne che silenziosamente ogni giorno risolvono problemi, salvato vite umane, accolgono migranti, educano alla partecipazione. Questo risultato non va sciupato.