Turisti sulle suggestive Terrazze del Duomo da cui guardare la skyline di Milano - Fotogramma
Il 2023 è ormai agli sgoccioli, per tutti sono giorni di festa e di vacanza. Bisognerà aspettare qualche settimana per avere i numeri finali. Ma fra i dati acquisiti e i trend confermati anche dall’inizio della stagione sciistica e per Natale e Capodanno (con un livello di occupazione media del 95,8% e il tutto esaurito in Valtellina), non c’è dubbio: quello che si sta per chiudere è l’anno d’oro del turismo lombardo e milanese. Il migliore di sempre. Con arrivi e pernottamenti superiori all’anno record pre-pandemico del 2019. «Se da gennaio a ottobre abbiamo registrato 15,9 milioni di visitatori per 44 milioni di pernottamenti, adesso siamo già oltre i 50 milioni di pernottamenti a fronte dei 43,6 del 2019. Sta aumentando la durata del soggiorno con una prevalenza di turisti internazionali», sottolinea l'assessore al Turismo, marketing territoriale e moda di Regione Lombardia, Barbara Mazzali, parlando di «stagione invernale strepitosa». I più numerosi i tedeschi (con 6,7 milioni di pernottamenti), seguiti da americani (2,2 milioni), francesi e britannici (1,8), olandesi (1,6), svizzeri (1,3) e polacchi (1,1). Numeri rilevanti che spingono la Lombardia fra le cinque regioni italiane più ambite come meta turistica. «In Lombardia il turismo è un comparto trasversale a molteplici settori: arte, cultura, natura, moda, tradizioni, enogastronomia, artigianato e manifattura, ciascuno capace di offrire quell'alta qualità che, se messa a “fattor comune”, crea un'immagine vincente della nostra regione. Noi vogliamo sostenerla con una strategia ben precisa di “Destination Branding” - fondata sul “Lombardia Style” - orientata a intercettare la nuova tendenza globale del turismo esperienziale e a valorizzare tutta la bellezza del nostro territorio, senza confini», continua Mazzali, evidenziando che «quando parliamo di turismo, parliamo di economia: il turismo contribuisce al Pil regionale per il 13% e con prospettive di crescita ulteriore, come confermato dai dati più recenti».
Una veduta di Villa d'Este, sul Lago di Como - Ansa
Le località “superstar” del turismo lombardo 2023 sono state i laghi, una certezza, con numeri così impressionanti in estate, da fare emergere con forza il problema dell’overtourism. Ma in aumento è anche l’attrattività dei monti: secondo gli ultimi dati disponibili dall’Osservatorio regionale sul turismo sono stati 4,2 milioni i visitatori che hanno soggiornato complessivamente sulle vette lombarde quest'anno, 268.292 in più rispetto al 2019 (+ 7%). Dato a cui va aggiunto il pienone con cui è cominciata la stagione degli sci, dal ponte di Sant’Ambrogio e dell’Immacolata in poi. Una tendenza continuata in queste festività, come rilevato da Federalberghi. Stabili rispetto a un anno fa, con il tutto esaurito, le località del Bresciano e le mete bergamasche, con buone presenze in Val Brembana e il sold out in Val Seriana. Le montagne lecchesi registrano un lieve incremento del 2%, mentre in provincia di Sondrio spiccano Livigno e Bormio che realizzano, rispettivamente, il + 4 e 10% fino all’Epifania. La montagna protagonista in questa stagione, ma anche i laghi – Como, Lecco e Garda - consolidano il trend positivo dell’estate. A questo dato si aggiunge quello delle città, Milano, Mantova e Bergamo e Brescia che con la chiusura dell’anno si stima raggiungano 11,6 milioni di visitatori nel 2023. «Un appeal che sarà incrementato dall’appuntamento olimpico del 2026, che impatterà su tutta la regione - dichiara il vicepresidente vicario di Confcommercio Lombardia, Carlo Massoletti -. Avere i riflettori puntati induce le imprese a migliorarsi sempre più, investendo per offrire servizi innovativi e a misura di ogni tipo di turista». Non senza criticità. Permane infatti «un importante problema per l’alto turn over del personale e sulla formazione professionale».
Sulle vette della Lombardia numeri sempre crescenti. A Capodanno tutto esaurito in Valtellina - Ansa
Regina (e per certi versi sorpresa) del turismo lombardo è Milano. «In pochi anni, a partire dalla Grande esposizione universale, la percezione di Milano è cambiata. E la proporzione fra viaggi business e viaggi leisure si è ribaltata rispetto a un tempo: oggi – afferma l’assessore comunale al Turismo, Martina Riva – i viaggi in città legati al tempo libero sono circa il 60% rispetto al 20% propriamente business. Una conferma ormai», con la capacità di Milano di «attrarre l’interesse dei visitatori attraverso un’offerta culturale, sportiva, di appuntamenti e congressi di primissimo piano a livello nazionale e internazionale», come, quest’anno, i mondiali di scherma, gli europei di sport equestri, la Premier di Padel, le gare di coppa del mondo di ginnastica ritmica. E per luglio 2024 c’è già grande attesa per i mondiali di Kendo, un must nel mondo asiatico, che potrebbe fare da traino al ritorno dei turisti dall’Estremo Oriente.
Turisti in Galleria Vittorio Emanuele di Milano - Fotogramma
«Da gennaio a ottobre, ultimi dati aggregati disponibili, a Milano città, sono stati registrati oltre 7,1 milioni di arrivi: il 2019, fino ad ora il migliore anno della storia, si era chiuso con circa 7,5 milioni di presenze», ha aggiunto Riva. Tutti i mesi si sono registrati numeri più alti del 2019, con il record assoluto di luglio: con 871.418 arrivi è stato il mese migliore della storia. «Questa crescita, estremamente positiva per la città e per il suo tessuto economico, va però anche governata – prosegue Riva –: non possiamo permettere che il turismo riduca la qualità dei servizi per i residenti. È in quest'ottica che abbiamo deciso di intervenire con una lieve rimodulazione verso l'alto dell'imposta di soggiorno, fin dove ci è consentito fare a oggi, per poter reinvestire in trasporto pubblico, sicurezza e decoro le maggiori risorse che recupereremo. Milano non ha (ancora) un problema di overtourism, ma ciò non toglie che sia nostra intenzione, oltre che dovere, gestire questo trend, per garantire un'esperienza di qualità ai turisti che scelgono Milano e per evitare che il turismo abbia un impatto negativo sulla nostra città». Perché la città del “a place to be” per turisti e businessman, sta diventando insostenibile per chi la abita. E una città senza la sua gente può essere attrattiva, divertente e “cool” quanto si vuole, ma sarebbe un luogo senz’anima. E Milano non se lo può permettere.