«Non ho chiuso occhio, ho solo continuato a pensare a come potevo morire ». Il racconto della notte trascorsa nella tensostruttura allestita a Montereale, epicentro della prima grande scossa di mercoledì, si ripete uguale in tutto l’Abruzzo: dall’Aquila a Pizzoli, da Capitignano a Teramo, da Montorio al Vomano a Penna, Campotosto. La regione s’è letteralmente inabissata nella neve. Così tanta da quelle parti, dove pure l’inverno è rigido e le precipitazioni abbondanti, non se n’è mai vista: due, spesso tre metri di cumuli, «Nle strade impraticabili, le scuole e le attività paralizzate, il terrore della popolazione ovunque, specie dopo quello che è accaduto all’hotel Rigopiano.
Le squadre del soccorso alpino provenienti dal Nord ieri hanno battuto il territorio alla ricerca di frazioni isolate, spesso senza luce, dove c’è bisogno di tutto: beni di prima necessità, farmaci, coperte. È il caso di Valle Castellana, dove la situazione è drammatica: un migliaio di persone sono bloccate in paese, su cui si sono abbattute ben tre slavine, ormai da tre giorni. La turbina che era stata mandata per liberare la strada s’è rotta, le linee telefoniche fuori uso, la gente s’è rifugiata nella caserma dei Carabinieri, l’ultimo luogo in cui è rimasto un generatore funzionante. I soccorsi stanno convergendo, ma il rischio di valanghe dai versanti che costeggiano molti dei percorsi rende tutto più complicato. Erano attesi per la notte appena passata i soccorsi per liberare decine di turisti in località Prati di Tivo e di residenti del paese di Pietracamela, intrappolati da quattro giorni, senza luce e con muri di neve di imponenti nella località sciistica del versante teramano del Gran Sasso.
Mercoledì una slavina ha pericolosamente sfiorato il Residence Prati di Tivo. La giunta regionale intanto ha deliberato di richiedere lo stato di emergenza nazionale. E alla neve e al maltempo che continua a imperversare su gran parte del territorio s’aggiunge il terremoto, infinito: dallo scorso 24 agosto, ha rilevato l’Ingv, sono state oltre 47mila le scosse. Quarantasettemila terremoti, oltre cinquecento dei quali sono stati registrati soltanto nelle ultime 24 ore. Uno stillicidio per la popolazione, stremata.
A cui ieri sera sono arrivate le scuse dell’Enel per la mancanza di energia elettrica: «Abbiamo in campo 400 mezzi e 1400 uomini che lavorano ininterrottamente per riportare la situazione alla normalità». Ieri sera, però, 55mila famiglie abruzzesi erano ancora al buio. Anche nelle Marche l’allerta resta alta: nell’entroterra interi paesi sono ancora sepolti dalla neve e isolati, specie nell’Ascolano.