Roma, passeggiata in mascherina sul lungotevere - Pino Ciociola
Tre mesi esatti da quando, almeno ufficialmente, tutto iniziò. Era il 21 febbraio, venne certificato il paziente zero a Codogno e la cittadina lombarda divenne la prima zona rossa nel nostro Paese, nessuno avrebbe potuto immaginare quanto sarebbero cambiate le nostre vite, né che da quel momento sarebbe iniziata un’escalation di contagi, morti, paura. Poi, a colpi di lockdown, distanze fisiche e igiene personale, diventata discesa. Finora, almeno. Così oggi gli attuali positivi arrivano a un passo da finire sotto i 60mila (probabilmente succederà domani) e non accade da quasi due mesi (il 25 marzo furono 57.521 e il giorno seguente 62.013), viaggiando intanto da una settimana in media a meno 1851,6 al giorno. Resta stabile l’aumento dei nuovi contagi (ventitré meno di ieri). E resta purtroppo stabile anche il numero dei decessi (cinque meno di ieri), ancora alto e arrivato a un totale di 32.486. Mentre la Lombardia resta quasi in controtendenza e anche oggi vi si registra praticamente le metà dei nuovi casi.
Le previsioni. Troppe variabili. Meglio sarebbe stato, specie in una pandemia come questa, non aver azzardato stime e previsioni. Invece la prudenza non è (mai) risultata troppa e basta guardarsi indietro per annotarlo. Un paio di esempi, se ne potrebbero fare altri. Il 30 marzo scorso l’“Einaudi Institute for Economics and Finance” (centro di ricerca universitario indipendente, ma finanziato dalla Banca d’Italia, con sede a Roma) prevedeva che l’Italia sarebbe stata a contagi zero fra il 5 e il 16 maggio. Una settimana dopo, il 7 aprile, toccava al prestigioso “Institute for health metrics and evaluation” della School of Medicine dell'Università di Washington, che fornisce dati alla Casa Bianca: prevedeva che il nostro Paese avrebbe raggiunto zero contagi per il 19 maggio e aggiungeva che, sempre in Italia, i decessi sarebbero stati 20.300 al 4 agosto.
Situazione. Meglio fermarsi a passato e presente. Stimando la popolazione italiana la stessa dell’anno scorso (cioè 60.359.546 persone, dato Istat), fino a oggi nel nostro Paese ci sono stati 228.006 contagiati e oggi (21 maggio) gli attuali positivi sono 60.960: rispettivamente quindi lo 0,37% e lo 0,1% della popolazione stessa. Facciamo gli stessi conti per la Lombardia e sempre stimando la popolazione pari a quella del 2019 (cioè 10.060.574 persone, dato Istat), fino a oggi in Regione ci sono stati 86.091 contagiati e oggi gli attuali positivi sono 26.715: rispettivamente quindi lo 0,85% e lo 0,26% della popolazione regionale. Situazioni insomma assai differenti.
Operatori sanitari. Stando ai dati più recenti elaborati dall’Istituto superiore di Sanità, su 227.204 casi accertati di positività, 26.746 hanno riguardato operatori sanitari, cioè l’11,77%, più di uno ogni dieci.
Sintomaticità. Su un campione di 33.189 positivi al Covid-19, l’Iss registra il 73,6% senza sintomi o con sintomi lievi (il 28,6% è del tutto asintomatico), il 12,9% in condizioni severe, il 2,3% in condizioni critiche.
Mortalità ed età. Infine, ancora secondo le ultime elaborazioni dell’Iss, l’84,28% dei morti in Italia aveva da settant’anni in su. In dettaglio, il 40,9% fra ottanta e ottantanove anni, il 27,2% fra settanta e settantanove e il 16,8% oltre novanta.
Allarme dell’Oms. Nelle ultime ventiquattr’ore sono stati registrati nel mondo 106mila nuovi casi, maggiore aumento in un giorno dall'inizio della pandemia - ha fatto sapere stamane l’Organizzazione mondiale della sanità - e due terzi soltanto in quattro Paesi. L’Oms non li ha citati, ma tre sono Brasile (record di 17.408 nuovi contagi nelle ultime ventiquattr’ore), Usa e Iran. Ma torniamo in Italia e vediamo l’aggiornamento quotidiano del Dipartimento di Protezione civile.
Nuovi contagi. Sono 642 (sabato 875, domenica 675, lunedì 451, martedì 813 e ieri 665) e 316 di questi si registrano in Lombardia (sabato 399, domenica 326, lunedì 175, martedì 462 e ieri 294). I tamponi effettuati sono 71.679 (lunedì 36.406 e ieri 63.158), con un rapporto di positività che va a un nuovo minimo assoluto e sotto l’1, allo 0,9%.
Morti. Sono 156 (sabato 153, domenica 145, lunedì 99, martedì 162 e ieri 161), dei quali 65 in Lombardia (sabato 39, domenica 69, lunedì 24, martedì 54 e ieri 65). Il totale nazionale sale a 32.486 dall’inizio della pandemia.
Totale dei casi. Sono 228.006 le persone che hanno contratto il Covid-19 (compresi guariti e deceduti) dall’inizio della pandemia, cioè i contagiati accertati finora.
Attuali positivi. Sempre meno, sono 60.960 (sabato 70.187, domenica 68.351, lunedì 66.533, martedì 65.129 e ieri 62.752), 1.792 in meno rispetto a ieri (sabato meno 1.883, domenica meno 1.836, lunedì meno 1.798, martedì meno 1.424 e ieri 2.377).
Ricoverati nelle terapie intensive. Sono 640 (sabato 775, domenica 762, lunedì 749, martedì 716 e ieri 676).
Ricoverati in reparti ospedalieri ordinari. Sono 9.269 persone (domenica 10.400, lunedì 10.311, martedì 9.991 e ieri 9.624), 355 meno di ieri.
In isolamento senza sintomi o con sintomi lievi. Sono 51.051 persone (sabato 60.470, domenica 57.278, lunedì 55.597, martedì 54.422 e ieri 52.452), cioè l’84% degli attuali positivi (come ieri).
Guariti e dimessi. Sono 2.278 (domenica 2.605, lunedì 2.150, martedì 2.075 e ieri 2.881), portando il numero complessivo dall’inizio della pandemia a 134.560.
Le Regioni. I casi attualmente positivi sono 26.715 in Lombardia, 8.710 in Piemonte, 4.926 in Emilia-Romagna, 3.637 nel Lazio, 3.286 in Veneto, 2.075 in Liguria, 1.877 in Toscana, 1.839 in Puglia, 1.832 nelle Marche, 1.522 in Sicilia, 1.373 in Campania, 1.272 in Abruzzo, 578 in Friuli Venezia Giulia, 326 in Calabria, 318 in Sardegna, 250 nella Provincia autonoma di Bolzano, 194 in Molise, 66 nella Provincia autonoma di Trento, 61 in Umbria, 60 in Basilicata e 43 in Valle d’Aosta.