Hanno lavorato quattro mesi e non sono ancora stati pagati. Sono le migliaia di docenti e personale supplente della scuola assunti a settembre con contratti brevi, che ad oggi non hanno ricevuto lo stipendio. Una di queste insegnanti, Caterina Barrili, docente precaria di una scuola dell’infanzia di Cagliari, ha inviato una drammatica lettera alla nostra redazione, in cui, senza giri di parole, scrive: «Oggi, 2 gennaio, il mio conto è a zero, perché ho pagato il mutuo e le bollette. Non posso fare la spesa per mangiare».
Da tempo, questi lavoratori protestano chiedendo la retribuzione per il servizio svolto, «ma nessuno del Ministero dell’Istruzione e del Merito dice una parola o dà risposta a questa situazione», scrive la docente sarda. «Qualche fortunato – aggiunge – che si è visto autorizzare il pagamento delle rate entro il 13 dicembre 2023, non ha comunque ricevuto l’accredito».
Della situazione si sta interessando la Gilda degli insegnanti che, con il coordinatore nazionale Rino Di Meglio, parla di «pratica indecente». «Vorremmo una parola chiara su questo problema – chiede Di Meglio – dal ministro Valditara, che si era impegnato a sburocratizzare l’amministrazione scolastica, pur essendo consapevoli che non è una novità bensì un tema annoso. Questa situazione rende unica l’Italia in tutta Europa: nessun Paese europeo paga i dipendenti pubblici con mesi di ritardo».
Sulla vicenda interviene il capo dipartimento per le Risorse umane, finanziarie e strumentali del Ministero, Jacopo Greco. «È dal 2013 – si legge in una nota – che ogni anno vengono pagati in ritardo, fra gennaio e marzo, gli stipendi dei docenti precari titolari di supplenze brevi. I ritardi si accumulano per il periodo lavorativo settembre-dicembre, a causa di specifici problemi burocratici che coinvolgono più ministeri e diverse istituzioni. Nonostante ciò a dicembre 2023 sono stati pagati circa 55mila precari. Abbiamo inoltre concordato con il Mef un’assegnazione straordinaria che avverrà l’11 gennaio, con cui si effettueranno i 15mila pagamenti rimanenti oltre alle mensilità di dicembre ancora non retribuite. Su forte impulso del ministro Valditara, il Ministero sta lavorando d’intesa con il Mef e con NoiPa per risolvere definitivamente i problemi connessi al sistema di pagamento. Entro il mese di gennaio 2024 formuleremo una proposta di definitiva risoluzione della questione», conclude la nota di viale Trastevere.
Sempre sul versante degli insegnanti precari, dal Tribunale di Bari arriva la sentenza che assegna, anche ai supplenti, i 500 euro annui della Carta del docente per l’aggiornamento professionale, prevista dalla legge 107/2015 per i soli insegnanti di ruolo. Una misura in contrasto con la direttiva europea 1999/70/Ce, scrive il giudice del lavoro di Bari nella sentenza, assegnando alla docente che aveva presentato ricorso con il sindacato autonomo Anief, i 2.500 euro corrispondenti alle cinque annualità in cui aveva lavorato. Nelle stessa situazione, ricorda il presidente nazionale Marcello Pacifico, «ci sono quasi 150mila supplenti che ogni anno firmano un contratto a tempo determinato fino al 30 giugno».
Intanto, dal Ministero dell’Istruzione e del Merito comunicano che è stato nominato il 98% degli insegnanti tutor e il 95% degli orientatori. Si tratta di quasi 40mila docenti (36.908 tutor e 2.604 orientatori), che andranno a lavorare nelle circa 70mila classi del secondo biennio e dell’ultimo anno delle superiori. «Si tratta di un aiuto concreto per i ragazzi, un passo in avanti importante per la personalizzazione della didattica, per la lotta alla dispersione e per un orientamento che sappia fornire agli studenti e alle famiglie tutti gli elementi per una scelta ponderata nello studio e nel lavoro», commenta il ministro Giuseppe Valditara. In particolare, spiega il Ministro, a queste nuove figure professionali, sarà chiesto di valorizzare «i talenti» degli studenti, «aiutandoli a superare le loro difficoltà, a promuovere le loro potenzialità e a pianificare il loro percorso formativo e professionale. Il ruolo di tutor e orientatori – sottolinea Valditara – sarà essenziale nella piena e continua collaborazione con tutti i docenti del gruppo classe e della scuola», conclude il Ministro.