I satelliti vigileranno sulla sicurezza delle nostre scuole. Lo ha annunciato, via Facebook, il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, presentando il progetto di «mappatura satellitare delle scuole», un unicum per l’Italia, che vedrà il Miur lavorare in sinergia con il Cnr e l’Agenzia spaziale italiana. «Per intervenire al meglio e individuare le priorità – scrive Bussetti sul proprio profilo social – ci servono dati precisi sulla condizione delle nostre scuole. Per la prima volta – prosegue il ministro – quasi 40mila edifici saranno “fotografati” attraverso il sistema Cosmo-Skymed, che è in grado di misurare lo spostamento degli immobili al decimo di millimetro. Le informazioni che otterremo dai satelliti Asi saranno trasmesse al Cnr che ha le risorse umane e strumentali per elaborarle e darci un quadro dettagliato dei nostri edifici scolastici. Potremo così far partire verifiche e segnalazioni. Accelerando i tempi dei controlli e dei conseguenti interventi di adeguamento. In un mese e mezzo avremo già i primissimi dati».
Il 41% delle scuole è in zona sismica
Quelli attualmente a disposizione sono piuttosto allarmanti, soprattutto per le famiglie che, dai prossimi giorni, rimanderanno i figli a scuola. La prima campanella suonerà domani per gli alunni della provincia di Bolzano, mentre la maggioranza rientrerà tra lunedì e mercoledì della prossima settimana. Dunque, stando all’ultimo rapporto di Legambiente, oltre il 41% degli edifici scolastici (più di 15mila) si trova in zona sismica 1 e 2 (a rischio, cioè, di terremoti forti o fortissimi) e, negli ultimi quattro anni, sono stati finanziati 992 interventi, di cui soltanto 532 in aree a rischio elevato. Di questo passo, annotano gli ambientalisti, occorreranno 113 anni per mettere in sicurezza le scuole nelle aree più fragili del Paese. Per accelerare i tempi, il ministro Bussetti ha promesso di recuperare risorse per le ristrutturazioni per 7 miliardi di euro, di cui 3 saranno disponibili già nelle prossime settimane.
«Avere scuole sicure è un diritto»
«I nostri figli devono poter frequentare scuole sicure – scrive ancora il ministro su Facebook –. È un loro diritto. Abbiamo dati ancora preoccupanti sugli edifici scolastici. Vuol dire che in questi anni non è stato fatto abbastanza. Sono stati stanziati soldi, ma senza mettere mano a quelle procedure farraginose che impediscono di far arrivare in fretta le risorse agli Enti locali proprietari degli edifici scolastici. È un problema che stiamo risolvendo con norme che semplificheranno le procedure e velocizzeranno la spesa».
Ma serve un'anagrafe aggiornata
Secondo Legambiente, che ricorda come oltre il 60% delle scuole sia stato costruito prima dell’entrata in vigore delle norme sulla sicurezza anti-sismica (1976), ciò che serve davvero è un aggiornamento dell’anagrafe dell’edilizia scolastica, ancora «incompleta, imprecisa e inadeguata». L’obiettivo è arrivare ad avere il fascicolo di fabbricato per ogni scuola italiana entro il 2020. Ad oggi, all’appello mancano 6.315 edifici, il 15% circa del totale, mentre 14.711 scuole sono registrate due volte, rendendo così imprecisa la mappatura. Anche Cittadinanzattiva segnala da anni le forti criticità del sistema. In particolare, secondo l’ultima relazione sulla sicurezza, una scuola su quattro è senza manutenzione e appena il 7% è stato adeguato alla normativa antisismica. Il 23 per cento delle scuole analizzate presenta uno stato di manutenzione del tutto inadeguato, mentre solo il 3 per cento risulta in ottimo stato. L’87% dei Rspp (Responsabile del servizio di protezione e prevenzione) o dei dirigenti ha chiesto interventi manutentivi all’ente proprietario, ma in ben un caso su cinque non è stato effettuato alcun intervento, mentre nel 14% dei casi è stato effettuato con molto ritardo, nel 43% con qualche ritardo e solo nel 22% dei casi sono stati affettivamente aperti i cantieri per la messa in sicurezza degli edifici segnalati come pericolosi.