Tre Regioni dissidenti pronte a fare le barricate contro il piano del Viminale sulla redistribuzione interna dei migranti che prevederebbe il trasferimento al Nord di cinquemila persone. Forti del risultato delle elezioni regionali Maroni e il compagno di partito Zaia, appoggiati dal forzista Toti che da subito ha spostato la linea leghista del "prima gli italiani", battono i pugni sul tavolo e annunciano "contro-misure" per boicottare l'arrivo di nuovi migranti nei rispettivi territorio. L'ipotesi (annunciata ieri da Maroni ma sinora smentita dal prefetto di Milano Francesco Paolo Tronca che ha bollato la cosa come "problema politico" e chiarito che la Prefettura si atterrà a quanto stabilito dal governo) di tagliare i trasferimenti dalla Regione Lombardia ai Comuni che ospitano nuovi migranti. "Stiamo facendo un serie di proposte. Si può fare e lo farò" ha detto oggi Maroni a margine dell'assemblea di Confcommercio. Sulla questione "stiamo pensando e ho incaricato l'assessore all'economia Garavaglia" per capire in che modo tagliare i fondi" ha aggiunto. A dargli man forte il segretario Matteo Salvini che ha assicurato: la Lega è pronta a bloccare le prefetture per evitare che arrivino mille persone al giorno. "Se Renzi e Alfano pensano di prendere il Nord come soggiorno per i clandestini hanno sbagliato tutto" ha detto Salvini da Lonato del Garda nel Bresciano. A spiegare meglio il concetto del "blocco" è poi Roberto Calderoli: "siamo pronti a bloccare le Prefetture e a presidiare ogni struttura nella quale si vorrebbero alloggiare nuoviclandestini". Dal premier Matteo Renzi, che già ieri aveva parlato di demagogia e scaricabarile, ricordando a Maroni che quelle norme adesso criticate dalla Lega le aveva fatte lui quando era ministro dell'Interno, arriva un nuovo appello ad evitare polemiche insensate. "La situazione è difficile ma non apocalittica. Di fronte ai problemi non si urla, si affrontano. Inviterei tutti, anche i governatori delle regioni, a recuperare il buon senso e il principio della buona amministrazione" commenta a margine del G7. "È facile dire “occupiamo le prefetture” - prosegue Renzi-. Ora serve risolvere il problema, non urlando più forte, ma risolvendo i guai combinati dagli stessi che oggi stanno urlano". Bisogna prendere atto che la situazione così com’è non va, dice ancora Renzi sottolineando che i 24 mila migranti da ricollocare sono pochi e che il governo si è dato una tempistica da qui al Consiglio europeo per portare a casa dei risultati. "Stiamo usando il metodo Maroni, dividendo in tutte le Regioni. Il nuovo metodo è lavorare sulla cooperazione e coinvolgere l’Europa, che non è stato fatto in passato per scelta. Dobbiamo dare incentivi, anche nel patto di stabilità, a quei Comuni che ci danno una mano nel gestire l’accoglienza dei migranti" dice ancora Renzi ribaltando completamente la proposta Maroni.
È dello stesso tenore anche la replica del titolare del Viminale Angelino Alfano, che ieri diceva: "farò come fece Maroni da ministro dell'Interno". Oggi Alfano ha incontrato il commissario Ue all'immigrazione Avramopoulos. "Chiediamo un'equa distribuzione dei migranti in Italia, così come in Europa ed è un atteggiamento insopportabile di odio verso il Sud dire ad alcune regioni sbrigatevela da solì" ha detto al termine dell'incontro Alfano, commentando le posizioni dei governatori leghisti. "Sono qui per lanciare un messaggio forte: in questo periodo difficile, con una pressione immigratoria così forte, l'Italia non è da sola. La Commissione Europea sarà qui per sostenerla" ha detto il commissario Ue all'Immigrazione, Dimitris Avramopoulos. Sempre dal Viminale ha detto la sua anche il viceministro Filippo Bubbico, che ha definito "illegittimo l'intervento di Maroni". Duro anche il presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino, che giudica quella di Maroni una "posizione strumentale" e invita il governo ad ingnorarla, allo stesso modo del presidente Anci Piero Fassino, che parla di "minacce inaccettabili".