Cinque sbarchi in due giorni. Nessun porto chiuso. Mentre 41 migranti sono dispersi senza che la Libia abbia mosso una sola motovedetta per avviare ricerche che neanche le unità di soccorso dell’Ue stanno compiendo. Succede nel Mediterraneo, dove da giorni non c’è più una sola nave umanitaria. Ma questo non arresta le partenze. E in mare si muore ancora.
Se nessuna notizia è arrivata ancora riguardante un gommone avvistato sabato con 41 persone a Nord delle coste libiche, è stata data conferma di tre donne e un bambino annegati nel naufragio di una barca su cui viaggiavano al largo della costa della Turchia. Lo ha fatto sapere la guardia costiera turca, precisando che 11 persone sono state portate in salvo a circa 1,7 miglia nautiche da Canakkale. Secondo l'agenzia di stampa Anadolu, i migranti provengono da Afghanistan e Iran.
Nel Mediterraneo centrale a preoccupare resta la sorte delle 41 persone citate in un allarme lanciato dalla Guardia costiera di Malta sabato scorso. Da La Valletta non arrivano delucidazioni. Un numero così preciso di persone a bordo indica che chi ha compiuto l’avvistamento (probabilmente un aereo militare) ha potuto contare le persone nel gommone. Negli ultimi giorni, infatti, sulla Libia stanno volando numerosi velivoli militari, alcuni appartenenti a servizi di intelligence europei. Diverse ambasciate occidentali dalla capitale libica hanno diramato messaggi di allerta, a causa di possibili attacchi su vasta scala. Il viavai aereo, però, non è destinato al soccorso dei migranti. Il gruppo segnalato dalla centrale marittima maltese sarebbe partito da Sabratha, ma di essi si sono perse le tracce. Nessun mercantile di passaggio ne ha segnalato la presenza e la cosiddetta Guardia costiera libica, che non risulta essere intervenuta in zona, tace. Due giorni dopo l’avvistamento, il portavoce dell’Organizzazione internazionale dei migranti Falvio Di Giacomo, si definisce «estremamente preoccupato per il destino di 41 migranti che hanno lasciato Sabratha». E aggiunge: «Non sono stati salvati dalla guardia costiera libica e non ci sono informazioni su operazioni di salvataggio effettuate altrove. E urgente salvare queste persone in mare».
Questa notte una piccola barca con 23 migranti a bordo, tra cui sette donne e tre bambini, è approdata direttamente nel porto dell'isola di Lampedusa, a poche bracciate dalla Capitaneria di porto. Ieri altri 16 stranieri, tra cui un bambino e tre donne, sono approdati con una barca davanti al molo della Guardia costiera e a pochi metri dalla nave Mare Jonio della missione Mediterranea, bloccata in attesa che si concludano le indagini per il salvataggio di 49 persone avvenuto una settimana fa nell'area di ricerca libica. «Come si vede il porto è aperto», dice il sindaco di Lampedusa Totò Martello. «La conferma – aggiunge – di quello che dico da tempo: gli sbarchi qui continuano». L’anno scorso gli "arrivi spontanei" sono stati secondo il sindaco quasi uno al giorno. «Come mai sono riusciti a eludere i controlli? Perché il Mediterraneo - risponde Martello – non lo controlla nessuno», risponde Martello. «Quando è arrivata questa imbarcazione, non c’era neanche l’assistenza medica perché l’Asp di Palermo – denuncia il primo cittadino – , seguendo le indicazioni del ministero secondo cui a Lampedusa non arrivano più migranti, ha sospeso il servizio di emergenza sbarchi della guardia medica dell’isola, che era impegnata in un altro intervento».
Poco prima 13 algerini sono sbarcati in Sardegna, addirittura all'interno del poligono militare di Capo Teulada, nel Sulcis. Erano su una barca di legno che è approdata in una caletta di Porto Pirastu. Tutti maschi adulti e apparentemente in buone condizioni fisiche, sono stati rintracciati dai carabinieri del posto di polizia militare della base per poi essere trasferiti al centro di prima accoglienza di Monastir. Domenica un gruppo di 25 profughi, in prevalenza curdi, sono sbarcati a Leuca, in Puglia, dopo cinque giorni di navigazione su una barca a vela di soli sei metri.
I tentativi di raggiungere l’Europa si moltiplicano, al punto che domenica a Tunisi è dovuta intervenire la polizia. Un gruppo di una novantina persone, tra cui diversi minorenni, hanno provato a introdursi su un traghetto diretto in Italia. Allertata dalla compagnia di navigazione e dai dipendenti del porto, la polizia ha raggiunto il molo e ha arrestato tutti. In Italia 8 migranti, nascosti da ore in un rimorchio vicino alla frontiera autostradale di Ventimiglia, hanno accusato crisi respiratorie gravi e sono stati salvati prima che perdessero conoscenza. Gli otto africani erano entrati in un Tir spagnolo parcheggiato sulla piazzola prima della frontiera alle prime luci dell’alba, e si sono nascosti in mezzo ai bancali. Avrebbero voluto raggiungere la Francia. Alle 11 però hanno cominciato a avere crisi respiratorie e, visto che non riuscivano dall'interno a riaprire i portelloni, uno di loro col in cellulare ha chiamato i soccorsi.