Un frame del video di Giorgia Meloni - ANSA
La tassazione degli extraprofitti bancari «non è una tassa su un margine legittimo, ma su un margine ingiusto». La presidente del Consiglio Giorgia Meloni difende la decisione del governo spiegando che queste risorse fresche andranno «a finanziare le misure a sostegno delle famiglie e delle imprese» che stanno vivendo «un momento di difficoltà per l'alto costo del denaro». La premier interviene sul tema nel collegamento social "Gli appunti di Giorgia". Per dire che la risposta della Bce all'impennata dell'inflazione, «è stata quella di intervenire - e si potrebbe discutere sull'efficacia dell'iniziativa - con una politica molto decisa di aumento dei tassi di interesse. Questo ha portato a una situazione nella quale aumentano i prezzi, aumenta il costo del denaro e quindi anche il costo dei mutui a tasso variabile, dei nuovi mutui, dei prestiti, e comporta per di più una contrazione dell'economia. In questa situazione difficile secondo noi è necessario che il sistema bancario si comporti in modo il più possibile corretto», ha sottolineato. Meloni dice che all'«aumento dei tassi passivi che le banche hanno applicato ai propri clienti» non è corrisposta una crescita «anche dei tassi attivi riconosciuti dalle banche a chi deposita». Questo ha portato «utili record da parte di molti istituti bancari. E allora - spiega - abbiamo deciso di intervenire con l'unico strumento a disposizione del governo che è la tassazione».
«Redistribuire una piccola parte dei miliardi di utile che le banche stanno facendo senza muovere un dito per effetto delle decisioni della Bce credo sia un'opera economicamente e socialmente doverosa», aveva detto in mattinata anche il vicepremier Matteo Salvini. E così «arriveranno benefici ai cittadini», perchè ci saranno «risorse in legge di bilancio per confermare il taglio delle tasse e l'aumento di stipendi e pensioni». Il patto con Giorgia Meloni chiuso domenica sera all'osteria la Cantinetta di Bolgheri nell'entroterra livornese tiene. Salvini picchia duro: «Solo le prime 5 banche italiane nei primi mesi del 2023 hanno fatto più di 10 miliardi di utili perchè hanno aumentato i costi a chi ha un prestito, un fido o un mutuo, ma non altrettanto veloci ad aumentare gli interessi per chi ha soldi sui conti correnti». Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario alla presidenza del Consiglio e con Alfredo Mantovano il più ascoltato consiglieri della premier dice con sette parole che per le banche la musica è cambiata: «Noi non rispondiamo ai banchieri. E ora facciamo pagare i furbi».
Un passo indietro. È un martedi nero per le banche. La misura del governo prova un inevitabile terremoto. Gli indici di borsa di tutti gli istituti di credito crollano. In una seduta vengono bruciati 9 miliardi di capitalizzazione. Il governo si divide. La maggioranza è scossa dalle tensioni. Antonio Tajani vicepremier e leader di Forza Italia sente i vertici dell'Abi e chiede modifiche. Alla fine Giancarlo Giorgetti, l'uomo che per la Lega guida il dicastero dell'Economia corre ai ripari e fissa un limite al prelievo: l'impatto della stretta sarà al massimo di 4 miliardi. La borsa questa mattina sembra apprezzare. Le banche italiane riguadagnano una parte del terreno perso.
Il ndo extraprofitti però resta sul tavolo. La maggioranza resta divisa. E le tensioni tra il mondo delle banche e palazzo Chigi sono tutt'altro che finite. «È una misura che avrà un impatto negativo sulla crescita economica», dice Lorenzo Bini Smaghi, già membro del board della Bce. E agita un sospetto. Anzi un rischio. «È probabile» che le banche stringano i cordoni dei finanziamenti, «perché per erogare hanno bisogno di capitale, che si genera con gli utili. Se questi ultimi li riduciamo tassandoli, si ridurranno anche i prestiti». Ci si interroga: la tassa sarà un'opportunità o un danno per i cittadini? Salvini va dritto: «Qualche banchiere si è rammaricato ma il settore sta facendo miliardi di guadagni senza muovere un dito. Redistribuire una piccola parte credo sia opera economicamente e socialmente doverosa. Anche perché noi vorremmo confermare in legge di bilancio l'aumento di stipendi e pensioni anche per l'anno prossimo».
La misura agita anche la politica. Il Pd aveva presentato una proposta simile in Parlamento e Antonio Misiani, ex viceministro e oggi responsabile Economia di Elly Schlein, spiega: meglio tardi che mai, ora quei soldi vanno destinati alle famiglie più fragili. I 5 stelle anche propongono la tassa sugli extraprofitti da tempo e ora Conte rincara: «Da marzo chiediamo un intervento sugli extraprofitti accumulati dalle banche per prendere da lì le risorse per sostenere i cittadini alle prese con rincari e caromutui...». E va avanti invitando il governo a mettere tasse simili anche in altri settori: «Meloni introduca un contributo sugli extraprofitti dei settori economici che hanno conseguito utili record grazie a circostanze eccezionali come pandemia, crisi energetica e guerra: dal settore farmaceutico a quello assicurativo passando per l'industria bellica». Una strana convergenza che non sfugge a Matteo Renzi che annota: «Meloni ha deciso di fare tre regali a Giuseppi: su salario minimo, tasse alle banche e intercettazioni». Tutto fa pensare che a settembre molto succederà.