venerdì 16 giugno 2023
Dalla chiusura dei manicomi nel 1978 «la riabilitazione psichiatrica è poco considerata e si preferiscono i farmaci», afferma lo psichiatra José Mannu. Nel 2021 in Italia 778mila utenti dei servizi
Visita alla terrazza dell'Altare della patria per gli utenti della fondazione

Visita alla terrazza dell'Altare della patria per gli utenti della fondazione - Fondazione Di Liegro

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Oltre 500 le persone con disturbi psichici assistite ogni anno, più di 300 le richieste d’aiuto gestite e una rete di supporto aperta anche ai familiari degli utenti. Sono i numeri che raccontano l’attività della Fondazione Don Luigi Di Liegro, che dal 2006 si occupa di salute mentale e contribuisce ad accompagnare le persone con disagio psichico verso un percorso di partecipazione attiva nella società e nel mondo del lavoro.

«In Italia la riabilitazione psichiatrica è stata presa poco in considerazione e si preferisce intervenire con i farmaci», spiega José Mannu, psichiatra e direttore del comitato scientifico della Fondazione Di Liegro. «Dopo la decisione di chiudere i manicomi (il 13 maggio 1978 il Parlamento approvava la “legge Basaglia”, ndr) nel Paese si aprì una fase in cui era necessario sviluppare i processi di riabilitazione applicati alla psichiatria, ma tuttora c’è molto lavoro da fare. Sarebbe opportuno - afferma - un approccio che consenta di dare una maggiore importanza alla riabilitazione e al processo di reinserimento sociale delle persone in cura. In termini pratici - prosegue il dottor Mannu - significa restituire un lavoro e una casa a queste persone e di farle vivere in mezzo agli altri. La dignità umana e la solidarietà devono essere sempre al centro». In base agli ultimi dati rilevati dal Ministero della Salute, gli utenti psichiatrici assistiti dai servizi specialistici nel corso del 2021 in Italia ammontavano a 778.737 unità, esclusa la Regione Calabria per la quale non erano disponibili i dati. Gli utenti erano di sesso femminile nel 53,6% dei casi.

La Fondazione Di Liegro si è occupata anche della formazione di oltre 1.600 volontari che si dedicano alla cura della salute mentale. «In primis fu don Luigi di Liegro, direttore della Caritas diocesana di Roma, a capire quanto fosse importante formare il personale e la sensibilizzazione verso questa tematica. Per portare avanti i suoi insegnamenti, la Fondazione si è attivata per sviluppare diversi progetti . spiega lo psichiatra - come ad esempio i laboratori di arte-terapia. La riabilitazione per la salute mentale, infatti, è composta da diverse modalità d’intervento. Alcune hanno valenza scientifica, mentre altre, come i laboratori, pur non essendo al momento supportate da pubblicazioni scientifiche, hanno scopi socializzanti e possono contribuire all’ottenimento di buoni risultati». Le attività dei diversi laboratori organizzati dalla Fondazione Di Liegro (teatro, musica, arte) hanno coinvolto più di 1.200 partecipanti nel corso degli anni.

Sullo stesso terreno opera anche la Società italiana di riabilitazione psicosociale (Sirp), impegnata a tracciare un percorso comune di intervento per il reinserimento sociale delle persone con disagio psichico. Nella sede della Fondazione Don Luigi Di Liegro sono state discusse e approfondite le linee guida contenute all’interno del libro “Raccomandazioni di buone pratiche per la riabilitazione psicosociale degli adulti”, elaborato da gruppi di lavoro multidisciplinari della Sirp. Presenti tra gli altri il direttore del Dipartimento di Salute Mentale dell’Asl Roma 2 Massimo Cozza, la consigliera dell’ANCI Lazio Lina Novelli, delegata alle politiche sociali e welfare, e il presidente del Municipio Roma VIII Amedeo Ciaccheri. La pubblicazione - a cura di Domenico Semisa, Antonello Bellomo, Pietro Nigro, Silvia Merlin, Armida Mucci - è un manuale rivolto a tutti gli operatori dei servizi di salute mentale per affinare le competenze sui migliori trattamenti esistenti per gli utenti adulti, identificare i bisogni di cura sin dal sorgere del primo episodio e iniziare un trattamento integrato il prima possibile.

Mannu (già presidente nazionale della Sirp), ha aperto la giornata di studio ribadendo l’importanza di affiancare l’attività di riabilitazione psicosociale, ai trattamenti farmacologici nei percorsi di cura. «È solo seguendo dei processi di riabilitazione integrati - conclude lo psichiatra - che le persone con disagio psichico possono acquisire gli strumenti necessari per condurre la loro vita all’interno del contesto sociale e lavorativo».

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