Slot machine accese per non più di otto ore al giorno. Una misura per limitare l’incidenza della ludopatia in una metropoli come Roma, che da sola ospita il 12% di tutte le "macchinette" del Paese. Con un’ordinanza, firmata sabato 23 giugno, la sindaca Virginia Raggi stabilisce che l’«orario di funzionamento degli apparecchi di intrattenimento e svago con vincita in denaro» - questa la definizione burocratica delle "macchinette mangiasoldi" - venga limitato agli orari dalle 9 alle 12 e dalle 18 alle 23 di tutti giorni, festivi compresi. Questo, ovunque esse siano collocate, cioè in sale dedicate al gioco d’azzardo, al Bingo e alle più varie scommesse ovvero in altre tipologie di esercizi, come bar e tabaccherie. In quegli orari va assicurato lo spegnimento dei singoli apparecchi, tramite interruttore elettrico, e anche che non vi si possa accedere. I nuovi orari andranno resi ben visibili tramite l’obbligatoria esposizione di avvisi all’interno e all’esterno dei locali.
Sono previste sanzioni amministrative che vanno da 150 a 450 euro per locale, indipendentemente dal numero di apparecchi. Mentre in caso di recidiva (che si verifica con due infrazioni in un anno solare e per ogni violazione successiva alla seconda, anche in caso di regolare pagamento delle multe precedenti) è prevista la sanzione accessoria dello spegnimento di tutti gli apparecchi per un periodo non superiore a cinque giorni, considerati un tempo "significativo" per l’esercente, ma anche idoneo agli interessi collettivi.
L’ordinanza è uno strumento a disposizione di un sindaco, che può agire monocraticamente su determinate materie per venire incontro a circostanze "eccezionali". Tra le quali la salute pubblica. Ed è proprio questa la motivazione che la stessa Virginia Raggi sottolinea ad Avvenire, di fronte all’aumento dei casi di ludopatia. «La salute dei cittadini prima di tutto, per questo la nostra guerra al gioco d’azzardo non si ferma», assicura. «Contenerne la diffusione, attraverso l’introduzione di limiti orari, è un atto doveroso», rimarca la sindaca pentastellata. A Roma, ricorda Raggi, i numeri del fenomeno sono «da capogiro». Sul territorio comunale sussistono ben 294 sale con più di 50mila slot machine, «pari ad oltre il 12% di tutte quelle distribuite nel nostro Paese». Nel 2017, inoltre, «c’è stato un aumento progressivo del numero di soggetti in carico ai servizi di cura per le dipendenze da gioco. Si tratta di una patologia che coinvolge tutte le categorie di cittadini: disoccupati, precari, studenti, casalinghe e pensionati, persone in gran parte accomunate da una difficile condizione economica», conclude la prima cittadina.
L’atto amministrativo precisa e completa il regolamento di poco più di un anno fa, con il quale l’Assemblea Capitolina fissava - tra le altre cose - la distanza minima di 350 metri da luoghi sensibili, quali le scuole. In questo periodo c’è stato anche un percorso che ha visto il Dipartimento Politiche sociali di Roma Capitale attivare sportelli informativi per la prevenzione e il contrasto del gioco d’azzardo patologico (il cosiddetto Gap), che hanno avuto moltissimi contatti da persone toccate dal problema. E in occasione dell’incontro "RomaAscoltaRoma", finalizzato alla predisposizione del Piano sociale cittadino, è stata messa in evidenza l’attività dei progetti sul territorio per sostenere le famiglie con un familiare dipendente dall’azzardo e salvarle dal default economico.