Ansa
Si torna a parlare sempre più di riaperture. Il fronte politico si divide fra chi - in linea con il Cts - considera prematuro ipotizzare aperture generalizzate, e chi invece spinge per dare subito i primi segnali, per poi arrivare già a maggio a riaprire quasi tutto. Ieri pomeriggio i vertici del Cts, il coordinatore Franco Locatelli e il portavoce Silvio Brusaferro, hanno fatto il punto a Palazzo Chigi col sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Roberto Garofoli. I dati di giornata (ancora 469 morti, a fronte di un progressivo allentamento della pressione sulle strutture ospedaliere) autorizzano un prudente ottimismo, ma impongono di non abbassare la guardia, per non innescare inversioni di tendenza come avvenuto in Sardegna.
Le Regioni, che oggi incontreranno il governo per presentare le loro linee-guida, chiedono che già nella cabina di regia di domani si dia qualche primo segnale. Prende corpo la proposta di accordare, nelle zone arancioni, il via libera alla ristorazione all’aperto e anche di sera nelle zone gialle, allungando il via al coprifuoco dalle 22 alle 24. C’è, su questo, il sostanziale via libera anche del ministro della Salute Roberto Speranza. Ma il vero nodo è quello dei tempi. Quando dare i primi segnali (la prossima settimana o a fine mese, alla scadenza del decreto del governo) e quando poi riaprire completamente, se a giugno o già a maggio. «Questa settimana definiremo il cronoprogramma », prevede il ministro degli Affari regionali, Mariastella Gelmini» facendosi carico delle istanze dei governatori ma anche della posizione di Forza Italia, che oggi presenta un suo piano per le riaperture.
«Dobbiamo procedere con cautela - raccomanda però Gelmini -, per evitare di commettere errori e dover richiudere, ma man mano che il tasso di contagi diminuisce e le vaccinazioni coprono i più fragili dobbiamo riaprire», dice a La Repubblica. Giancarlo Giorgetti avanza una proposta: «Ho scritto una lettera al Cts per invitare formalmente anche i rappresentati di categoria ai tavoli in cui si discutono gli andamenti epidemiologici e la possibilità di confermare o ridefinire i protocolli in base alle nuove varianti», fa sapere il ministro dello Sviluppo economico nel question timealla Camera, rispondendo a un’interrogazione del M5s: «Spero che in relazione all’andamento dei dati, che sono in miglioramento, si possa anche anticipare le riaperture rispetto alle date ipotizzate».
Ma il Pd e il M5s difendono la linea rigorista del ministero della Salute presa di mira da Salvini: «Una pandemia può essere affrontata soltanto tenendo conto delle risposte e degli strumenti che solo la scienza può offrire alla politica. Le riaperture possono essere programmate solo con il supporto del Cts», avvertono i deputati pentastellati.
E anche il Pd difende la linea Speranza, ritenendo che la linea prudente debba protrarsi fino a giugno. C’è poi il tema dello spettacolo. Dario Franceschini ha preso spunto dall’idea di riaprire a giugno gli stadi per gli Europei di calcio: «Nel caso in cui si dovessero autorizzare eventi sportivi con pubblico, le stesse regole dovrebbero riguardare i concerti e gli spettacoli negli stadi o in spazi analoghi», avverte il ministro dei Beni Culturali. Franceschini al Cts ha proposto, su cinema e teatri, di poter autorizzare fino a 500 persone al chiuso e mille al coperto. «Intendo fare tutto il possibile», ha ribadito nel question time e anche andando di persona a incontrare i lavoratori che hanno occupato il Globe Theatre. I renziani spingono anche per la riapertura delle scuole.
«Si tenga conto anche della mozione votata all’unanimità dalla Camera », chiede Gabriele Toccafondi, capogruppo in Commissione Cultura alla Camera. L’obiettivo, condiviso anche da Draghi, è arrivare al ritorno fra i banchi di tutti, superiori incluse, entro i primi di maggio, restando aperto il tema di un eventuale leggero prolungamento delle lezioni. «Ma i trasporti vanno organizzati in modo adeguato », auspica la ministra Elena Bonetti.