lunedì 10 ottobre 2016
Alla direzione del partito passa la mozione per una modifica della legge elettorale presentata dal premier Renzi. Ma la minoranza resiste e non vota.
Cambia l'Italicum, ma non la lotta nel Pd
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"Sono pronto a cambiare l'Italicum, ma basta con gli alibi per sostenere il No al referendum". Il premier e segretario del Pd, Matteo Renzi, affronta l'opposizione nella Direzione nazionale del Partito democratico, in merito alla legge elettorale. E propone una commissione interna che affronti il tema della modifica della legge elettorale, confrontandosi anche con le altre forze politiche".  Alla fine della riunione la direzione del Pd ha approvato la relazione del segretario Matteo Renzi con "nessun voto contrario e nessun voto astenuto", ha annunciato il presidente del Pd Matteo Orfini. Ma la minoranza del partito non ha votato. "Propongo - ha detto Renzi - che vi siano nella discussione sulla legge elettorale tempi certi: non possiamo farlo in campagna referendaria, ma l'impegno è iscriverlo in discussione nelle commissioni competenti nelle due settimane immediatamente successive".Anche perché, è ovvio, a seconda dell'esito della consultazione popolare la legge elettorale dovrà vedersela con contesti diversi. Quindi la discussione sulle modifiche alla legge elettorale inizierà in commissione "prima della fine dell'anno". "Noi pensiamo - ha affermato Renzi, facendosi portavoce di tutta la maggioranza del Pd - che il Pd possa discutere, insieme ai propri compagni di strada e agli altri, sui tre punti fondamentali", che sarebbero il ballottaggio, il premio alla lista o alla coalizione ("E anche in questo caso - ha sottolineato - sapete come la penso") e il modo in cui si scelgono i candidati, che sono tre ("collegi, liste bloccate o preferenze"). "Propongo - ha aggiunto - una delegazione formata dal vicesegretario del Pd come coordinatore, i capigruppo, il presidente, più un esponente della minoranza. Siamo totalmente disponibili a lavorare, chiedo solo che la delegazione senta tutti gli altri partiti, anche i 5 stelle. Dobbiamo utilizzare queste settimane e mesi per togliere tutti gli alibi". Insomma con la disponibilità a incardinare una proposta di legge subito dopo il referendum, Renzi apre alla minoranza. Anche se personalmente resta convinto "che l'Italicum sia una legge elettorale che funziona, che il ballottaggio sia una delle grandi conquiste della sinistra attese da venti anni". E che "abbiamo lavorato perché ci potesse essere un passaggio dal premio di coalizione alla lista in ragione della vocazione maggioritaria del Pd, iscritta nello statuto costitutivo del Pd".
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