La protesta dei commercianti ieri a Roma: fumogeni e scontri con le forze dell’ordine - Fotogramma
La sofferenza delle vittime della crisi si riversa in strada. Dopo la pausa delle festività pasquali, i gestori di ristoranti, bar, palestre ed esercizi commerciali hanno animato manifestazioni un po’ in tutta Italia, da Napoli a Milano. E le proteste sono culminate a Roma in piazza Montecitorio, con qualche centinaio di manifestanti, arrivati anche da altre città. Esercenti disperati, cui si sono aggiunti provocatori, estremisti di destra, politici in cerca di visibilità. E i momenti di tensione sono sfociati in tafferugli, con qualche poliziotto ferito da lanci di bottiglie. Per la ministra dell’Interno la crisi «merita la doverosa attenzione del governo», ma «è inammissibile qualsiasi comportamento violento». Il viceministro alla Salute Sileri ipotizza riaperture dopo il 30 aprile, mentre da Pd e Lega arrivano rassicurazioni per una moratoria dei debiti e sugli indennizzi.
Manifestazioni si sono registrate in molte città. Proteste a Torino come a Milano, dove gli ambulanti bloccano la circolazione davanti alla Stazione centrale, puntando poi verso la prefettura. Stesso copione a Bari, dove il centro è paralizzato da un sit-in. A Caserta ambulanti e mercatali bloccano coi furgoni per alcune ore il traffico sull’autostrada A1. Proteste dei ristoratori anche a Vibo Valentia in Calabria. A Napoli mutande esposte nelle vetrine dei negozi di abbigliamento, per esplicitare la condizione dei commercianti. Iniziative di protesta sono previste oggi in tutta Italia da Confesercenti. A Genova ristoranti aperti in polemica con i divieti.
L’apice delle proteste è a Roma, davanti alla Camera dei deputati. In piazza Montecitorio risuonano cori e slogan contro il "Palazzo": «Vogliamo solo lavorare», «aprire per non morire», poi «libertà», ma anche «vergogna» e «buffoni». Alcuni manifestanti si presentano con le catene ai polsi. Alla folla eterogenea - in buona parte senza mascherina - si aggregano un paio di manifestanti con copricapo cornuto da sciamano, nello stile dei rivoltosi trumpisti di Washington. Tra i tanti cartelli sventolano le bandiere di ItalExit, il movimento antieuropeista dell’ex direttore della Padania ed ex senatore grillino Gianluigi Paragone. Si fanno notare anche esponenti fascisti di CasaPound. Un panorama confuso e variegato, cui non fa mancare la sua arringa Vittorio Sgarbi.
La folla si scalda e le forze dell’ordine devono contenere i tentativi dei manifestanti più violenti di sfondare le transenne a protezione della piazza, tra spintoni, tafferugli, cariche di alleggerimento e lancio di qualche fumogeno e bottiglie. Una donna accusa un malore. Più di un agente resta ferito, uno viene portato via in ambulanza con la testa sanguinante. Il bilancio nel pomeriggio sarà di sette persone identificate e alcuni bastoni sequestrati.
A fine giornata la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese esprime «solidarietà e vicinanza al funzionario della Polizia di Stato rimasto ferito», sottolineando che «le proteste sono alimentate dalla situazione estremamente delicata per il Paese, ma che è inammissibile qualsiasi comportamento violento nei confronti di chi è impegnato a difendere la legalità e la sicurezza». Condanna anche per il «blocco stradale a Caserta», che ha colpito «indiscriminatamente cittadini altrettanto provati dalla crisi causata dal Covid-19». Le forze di polizia, sottolinea la titolare del Viminale, «stanno operando con grande professionalità, equilibrio e senso di responsabilità di fronte all’evidente disagio delle categorie economiche più colpite dalla grave crisi innescata dalla pandemia che merita - sottolinea - la doverosa attenzione del Governo».
Dal ministero della Salute arriva un flebile segnale di speranza: «Credo che i dati miglioreranno nelle prossime settimane - dice il viceministro Pierpaolo Sileri - grazie al sistema più rigido di chiusure. Realisticamente penso che la possibilità di riaperture sarà dopo il 30 aprile, ma dipende dall’andamento dei dati».
Una delegazione dei manifestanti viene ricevuta dai deputati del Pd Emanuele Fiano e Filippo Sensi. I parlamentari dem si impegnano a portare all’attenzione del governo alcuni punti oggetto del confronto come la moratoria sui debiti, gli indennizzi e le riaperture. I governatori della Lega fanno sapere che stanno mettendo a punto un pacchetto di proposte da negoziare col governo per ridare ossigeno alle categorie in agitazione: cinema e teatri aperti con contingentamento, ristoranti attivi a cena nelle regioni gialle, bar e pub aperti fino alle 18 con tavoli distanziati. «Capisco la stanchezza - dice il governatore della Liguria Giovanni Toti - ed è comprensibile la disperazione delle persone. È però evidente che non sconfiggeremo il Covid con i tumulti di piazza, ma con una seria politica di rispetto delle regole e di accelerazione delle vaccinazioni».