Scafati fiume Sarno
La situazione ha superato ogni limite di tollerabilità. Dopo 30 anni di annunci e promesse, il fiume Sarno, il più inquinato d'Europa, con i suoi miasmi continua a rendere impossibile la vita di Scafati e di buona parte dei 38 Comuni attraversati dal corso d'acqua. Una reazione istituzionale forte viene, finalmente, viene dal Consiglio comunale di Scafati, la città del salernitano che più subisce gli effetti dell'inquinamento del fiume. L'assise cittadina ha approvato all'unanimità una mozione che chiede alla Regione Campania e al Governo la proclamazione dello stato di calamità naturale. E in caso di risposta negativa, o mancata risposta, il sindaco Cristoforo Salvati ha il mandato pieno dei gruppi consiliari a predisporre l'evacuazione delle centinaia di famiglie più esposte alla puzza nauseabonda che sale dal fiume. La mozione, presentata dal consigliere di minoranza Michele Grimaldi dei Democratici e progressisti, è stata accolta dalla maggioranza di destra. Un momento di rara unità in un'assise spesso litigiosa e segnata da polemiche.
Eppure il Sarno, raccontano gli anziani di Scafati a ragazzi increduli, ha significato in anni ormai lontani ricchezza e orgoglio, al punto che la città era definita la "Venezia del Sud". Una definizione che ora suscita rabbia e ironia. Un lampo di ciò che potrebbe essere il corso d'acqua lo si è avuto durante il lockdown della primavera 2020, quando, con le imprese ferme, il fiume è tornato "miracolosamente" limpido. L'indice viene rivolto dunque verso le industrie alimentari e le concerie della zona - siamo nella terra del pomodoro San Marzano - e verso gli sversamenti abusivi, cui non si riesce a porre rimedio nonostante progetti e proclami. Anche se il problema ha radici ha ancora più profonde: la cementificazione disordinata ha fatto salire la popolazione di Scafati da 30mila a 50mila persone nel giro di pochi lustri.
I problemi di Scafati sono comuni alle altre città delle province di Salerno e Napoli attraversate dal fiume. Ma Scafati ha una caratteristica peculiare: il Sarno passa per il centro della città, nella piazza-simbolo dominata dalla Chiesa di Santa Maria delle Vergini: i miasmi quindi colpiscono il cuore del paese. Negli ultimi mesi sia il governatore Vincenzo De Luca sia il suo vice Bonavitacola hanno visitato la città e promesso un maggiore impegno per la soluzione strutturale del problema, ma l'estate - tempo in cui la produzione alimentare raggiunge il picco - è arrivata implacabile e con la bella stagione i lezzi sono tornati ad essere insopportabili. Le conseguenze del disastro ambientale ricadono ovviamente in modo severo sulla salute delle persone, sull'economia locale, sulle condizioni sociali delle famiglie. Le parrocchie di Scafati da anni promuovono momenti di confronto e sensibilizzazione, ma ogni opera di risanamento e bonifica si blocca sul punto di partenza. Il gesto del Consiglio comunale ha quasi il sapore della disperazione e ha un significato: dopo decenni di tolleranza e sopportazione, la vertenza del fiume Sarno va affrontata come si affrontano le emergenze nazionali. "Il dramma del Sarno - spiega l'estensore della mozione Michele Grimaldi -, dagli odori nauseabondi che costringono le persone a restare sbarrate in casa agli effetti nefasti sulla salute, non può essere più una questione locale. Occorre una risposta straordinaria".