Non lo vuole nessuno. A quattro giorni dalla morte di Erich Priebke, resta ancora un punto interrogativo il luogo della sepoltura del boia delle Fosse Ardeatine. L’unica cosa certa, confermata ieri nuovamente dal Vicariato di Roma e anche dalla Questura, è che non ci saranno funerali pubblici ma solo una funzione privata. Così l’avvocato Paolo Giachini, che aveva più volte sbandierato il «diritto» a un funerale in chiesa alla fine sembra arrendersi. Per ora, dunque, la salma dell’ex capitano delle SS resta nell’obitorio dell’ospedale Gemelli, sorvegliata dalla Forze dell’ordine per evitare qualche azione insensata. C’è l’ipotesi cremazione, che però richiederebbe alcuni giorni. Sempre il legale afferma che per la sepoltura «abbiamo una rosa piuttosto grande di soluzioni». L’ipotesi del cimitero militare tedesco di Pomezia, vicino Roma, viene bloccata dal sindaco. Così come nega la sepoltura la sua città natale, Henningsdorf, a nord di Berlino. Mentre, a sorpresa, si fa avanti per «un gesto di carità cristiana» il sindaco del piccolo Comune messinese di Fondachelli Fantina. Contro di lui scatta comunque la “rivolta” degli assessori.Ma veniamo alle certezze. La prima arriva secca e definitiva dalla questura. Nella mattinata di ieri viene notificato proprio al legale «il decreto con cui il questore Fulvio della Rocca vieta, per motivi di ordine e sicurezza, nell’ambito di tutta la provincia di Roma, che le funzioni relative alle esequie ed al trasporto della salma dell’ex ufficiale delle SS avvengano in forma pubblica e solenne, nonché lo svolgimento di qualsiasi manifestazione pubblica». Chiarissimo, così come la nota del Vicariato di Roma che riferisce che la richiesta dei funerali «è stata presentata al parroco non dai familiari del defunto, ma da una signora a nome dell’avvocato del signor Priebke, nella mattina di sabato 12 ottobre». La risposta è chiara: «L’autorità ecclesiastica – si legge, infatti –, considerate tutte le circostanze del caso, ha ritenuto che la preghiera per il defunto e il suo affidamento alla misericordia di Dio, finalità proprie della celebrazione delle esequie religiose, dovessero avvenire in forma strettamente privata, cioè nella casa che ospitava le spoglie del defunto. Pertanto, nel rispetto della legge della Chiesa, non è stata negata la preghiera per il defunto, ma è stata decisa una modalità diversa da quella abituale, riservata e discreta. La proposta – conclude la nota – è stata rifiutata dall’avvocato del signor Priebke». Con un ultima precisazione. «Nel rispetto della normativa canonica, tutti i ministri cattolici, nella diocesi di Roma, si atterranno alle disposizioni stabilite dall’Ordinario». «Non abbiamo negato alle persone vicine ad Erich Priebke la possibilità di celebrare la preghiera e l’invocazione della misericordia nella casa del defunto», spiega il vicario generale del Papa per la Diocesi di Roma, Cardinale Agostino Vallini. Ma l’avvocato non molla, con affermazioni molto gravi. Sostenendo ci sia «lo sdegno del popolo italiano, della gente vera, sincera, anche nei confronti della Chiesa che sta dimostrando la sua viltà». Ma poi sembra adeguarsi: «Faremo una cerimonia religiosa privata e troveremo un luogo che non dia fastidio a nessuno». Per Giachini, ora devono essere «le stesse istituzioni, visto che non va mai bene ciò che noi proponiamo, a dirci come e dove fare i funerali». Forse si celebreranno già oggi o al più tardi giovedì. Di sicuro «per non dare adito a speculazioni, il funerale non si svolgerà mercoledì prossimo», giorno in cui ricorre il 70° anniversario della deportazione nel ghetto di Roma. E diventa sempre più probabile che avvenga all’interno dello stesso obitorio che ospita la salma.