sabato 2 maggio 2015
Cittadini, forze dell'ordine e negozianti subito al lavoro per ripulire le vie devastate dai black bloc. Il Comune lancia l'iniziativa #nessunotocchimilano per domenica alle 16. La Procura: cinque arresti e sette persone fermate. L'accusa è di devastazione. Renzi: quattro teppistelli non rovineranno la festa. IL FOTORACCONTO DEGLI SCONTRI (Davide Re)
Maroni, istituito fondo di 1,5 mln per risarcire i cittadini 
TESTIMONIANZA
Le voci dei no-expo | CHI SONO Blocco Nero (Davide Re)
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Stupore, amarezza ma anche un forte desiderio di riscossa e di non darla vinta ai violenti tra i milanesi che guardano le vie della loro città stuprate da quei 500 vestiti di nero che in mezz'ora hanno dato sfogo alla loro frustrazione malamente ammantata d'ideologia. Si sono messi di buona lena già poche ore dopo gli incidenti a cercare di riparare i danni e ripulire i muri nelle zone più colpite, quelle di corso Magenta e di via Carducci. I portinai puliscono i marciapiedi dai vetri dei portoni mandati in frantumi e scuotono la testa. Un edificio in via Carducci ha la facciata interamente annerita: ai suoi piedi sono bruciate le prime auto. Il Comune ha contattato cittadini e commercianti per raccogliere tutti gli elementi e quantificare i danni: entro la prossima settimana verrà definito il contributo di solidarietà da erogare. La Regione Lombardia metterà a disposizione un milione e mezzo. Un plafond è stato messo a disposizione anche da Intesa Sanpaolo ad aziende, negozianti e cittadini che hanno subito danni ingenti. Il sindaco, Giuliano Pisapia, lancia un appello per una mobilitazione dell'intera città: "Con gli assessori, invito tutti i milanesi all'iniziativa Nessuno tocchi Milano domenica alle 16 che avrà il punto di ritrovo a Cadorna. Insieme possiamo dare un forte segnale di civiltà e dimostrare il vero volto della nostra città che non si lascia intimorire". "Apprezziamo il lavoro di Polizia locale e forze dell'ordine - ha detto Pisapia - che hanno individuato i primi responsabili, confidiamo che questo lavoro continui e vengano tutti identificati al più presto. Esigeremo da loro i danni materiali e morali subiti dai milanesi". Danni economici ancora da quantificare con esattezza ma certamente nell'ordine di centinaia di migliaia di euro, ma ancor più danni nell'anima di una città che però ha reagito subito alla devastazione: riapre i negozi, pulisce i muri dalle scritte, ripristina i segnali stradali divelti perché ai violenti non sia lasciata l'ultima parola. Si valutano e si contano i danni, ingenti. Sono diciassette le auto date alle fiamme durante l'azione dei black bloc durante la manifestazione No Expo del Primo Maggio. Complessivamente, le auto danneggiate sono state 27. Durante gli incidenti sono state mandate in frantumi le vetrine di tredici banche, tra queste quella della Deutsche Bank, della Bnl, devastata la filiale della Cariparma Credit agricole nella zona di Cadorna in cui si sono verificati gli incidenti più gravi. Sono stati danneggiati complessivamente 12 esercizi commerciali, messi fuori uso alcuni sportelli bancomat e danneggiati i portoni di numerosi edifici

"Gli italiani sanno benissimo da che parte stare: hanno sciupato la festa? Hanno cercato di rovinarcela. Ma quattro teppistelli figli di papà non riusciranno a rovinare Expo. E Milano è molto più forte come spirito e determinazione di quello che questi signori pensano" ha detto il premier Matteo Renzi.Intanto i giudici sono al lavoro: l'ipotesi di reato al centro dell'inchiesta della Procura di Milano, che dovrà accertare le responsabilità per i violenti disordini di ieri, è quella di "devastazione", che prevede pene fino a 15 anni di carcere. Le forze dell'ordine, coordinate dal pm di turno Piero Basilone, ieri hanno arrestato in flagranza 5 persone per i reati di resistenza a pubblico ufficiale, lesioni, getto pericoloso di cose e oltraggio. Ora, però, le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, capo del pool antiterrorismo (di cui fa parte anche il pm Basilone), dovranno accertare le responsabilità di tutti quegli incapucciati che hanno messo a ferro e fuoco la città. Anche un ragazzo di 15 anni è stato portato in Questura ieri dopo le devastazioni dei black bloc a Milano. Da quanto si è saputo, però, il minorenne è stato presto rilasciato dopo le procedure di identificazione, così come una ragazza maggiorenne. La giovane era una delle 12 persone, tutte italiane, che sono state bloccate e portate in Questura. L'entrata in scena dei gruppi anarchici più radicali (i cosiddetti black-bloc arrivati a centinaia a Milano da Francia, Germania, Spagna e mezza Italia) temuta fin dai giorni scorsi, si è puntualmente avverata: i gruppi di manifestanti vestiti di nero, distribuiti in vari punti del corteo, hanno spaccato fioriere e vetrine dando fuoco ad auto e cassonetti,lanciando oggetti e molotov contro le forze dell'ordine. Due ore abbondanti di guerriglia urbana, alla quale la polizia ha risposto con il lancio di 400 lacrimogeni, un numero che da solo fotografa i disordini. La Questura ha interpretato con grande lucidità gli avvenimenti, da un lato usato i lacrimogeni per tenere a distanza i manifestanti evitando il più possibile il contatto e le cariche, ma dall'altro non si è fatta "sviare", per usare le parole del questore, Luigi Savina, dal tentativo di far sparpagliare le forze dell'ordine per poi approfittare di un varco verso il centro lasciato incustodito. L'obiettivo dei black-bloc, infatti, era di portare la devastazione in Duomo, o all'Expo Gate.    Il primo confronto si è avuto in piazza Resistenza Partigiana, un varco chiuso perfino con alte reti di ferro, camioncini, molti agenti, e difeso con gli idranti. Poi in largo D'Ancona, dove i tafferugli sono durati a lungo, spostandosi verso Cadorna, nei pressi della basilica di Santa Maria delle Grazie - uno dei simboli di Milano - e poi Conciliazione. Due ore interminabili, che hanno lasciato dietro di sé decine di auto bruciate, barricate, gente spaventata, e molte persone con irritazioni alla gola per l'uso dei lacrimogeni. Alla fine il bilancio dei numeri è di 11 feriti tra le forze dell'ordine è ben più grave della ferita fisica lasciata lungo i marciapiedi.

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