Federico Pizzarotti, sindaco di
Parma eletto nelle file del
Movimento 5 stelle, lascia la formazione di
Beppe Grillo. "Sono sempre stato un uomo libero, da
uomo libero non posso che uscire da questo Movimento 5 Stelle,
da quello che è diventato oggi e che non è più quello che era
quando è nato", ha annunciato stamani.
Il perché dell'addio
"Ho preso questa decisione con grande sofferenza: il nostro rimanere dentro era provare a direzionare l'auto in corsa. La grande domanda che ci siamo sempre fatti è: ma tu puoi cambiare più cose da dentro o da fuori? Io dopo tre
anni non sono riuscito a cambiare le cose - ha spiegato Pizzarotti -.
"Non sono cambiato io, o i nostri
ideali, è cambiato il M5s. È mancata la coscienza critica, l'ho
esercitata solo io, e quindi vengo visto come disturbatore. In
tante parti d'Italia siamo stati consumati da arrivisti
ignoranti che non sanno cosa vuol dire amministrare: vogliamo
governare e poi non si dialoga con nessuno. Questo non vuol dire
governare".
Un errore sperare in un salvatore della patria
"Io non credo nei partiti personali,
non credo che ci sia il salvatore della patria, non lo può fare
Renzi, Salvini, Berlusconi, non lo può fare nemmeno Grillo: è
una sconfitta avere un capo politico, poi ci può essere persona
rappresentativa, ma da soli non si va da nessuna parte - ha aggiunto il sindaco -. La parola movimento è giusta perché è
orizzontale. Si ha sempre avuto paura di darsi
un'organizzazione, che non vuol dire una struttura verticistica,
ma sapere chi chiamare quando devi fare qualcosa senza che
nessuno si offenda. Sette anni fa a Firenze e al teatro Smeraldo
ci si incontrava e ci si guardava in faccia, poi non lo si è più
fatto. Forse per paura di togliere potere alla Casaleggio? Ma
noi dobbiamo far crescere la Casaleggio o il Movimento?".
Prima di tutto Parma. Amministratori si diventa
"Ho pagato per aver messo la mia città davanti al M5s e questo lo rifarei mille volte - ha rivendicato poi con orgoglio - Manca una rete di amministratori, non si vuole imparare dalla propria storia. Io voglio rappresentare quello che avremmo
potuto essere. Da 'mettiamo in streaming tutto' a 'non mettiamo
in streaming niente'. E nonostante i risultati che abbiamo
raggiunto nell'amministrazione nessuno nel Movimento 5 Stelle
vuole usare la nostra esperienza. Non siamo riusciti a fare
rete, il Movimento questo concetto se l'è dimenticato".
Norme ad personam, triste tradizione italiana
"Nella più triste tradizione italiana, nel regolamento del M5s c'è una norma ad personam, perché sono l'unico sospeso d'Italia: quando si dice che si può
essere sospesi per 12 o 24 mesi difficile pensare che sia
riferibile ad altri. Io ringrazio Grillo, senza di lui non mi sarei alzato dal divano, ma dal direttorio mi sarei aspettato una
parola", ha poi sottolineato Pizzarotti, che rispetto al sindaco di Roma
Virginia
Raggi ha detto: "Io sono stato messo in croce per molto meno.
Cosa sarebbe successo se io avessi nominato assessore un ex Pd o un ex consulente di Iren, l'azienda che gestisce i rifiuti a Parma?".
La replica di Fico: dobbiamo occuparci delle questioni importanti
Capisco che Pizzarotti abbia puntato
il dito contro il direttorio, ma dobbiamo andare avanti sulle
questioni importanti del Movimento". Lo ha detto Roberto Fico,
membro del Direttorio e presidente della Commissione di
Vigilanza Rai, parlando della decisione del sindaco di Parma,
Federico Pizzarotti, di lasciare il Movimento.
"Il garante del Movimento - ha poi affermato - è Beppe Grillo con
l'uso del simbolo". E ha aggiunto: "Dopo il post dei giorni scorsi un
pò me l'aspettavo. Vi sono rapporti difficili
andati avanti per anni, che sono sempre stati un
po' complicati anche sui contenuti". E ha concluso: "Parleranno
Federico Pizzarotti e Beppe Grillo, che è il garante del
Movimento".