Il deputato di Fratelli d'Italia Emanuele Pozzolo - ANSA
«Era molto allegro. A un certo punto, ha tirato fuori una pistola per farla vedere in giro. Era piccola, sembrava un accendino, e la poteva tenere nel palmo di una mano». Così uno dei testimoni, che chiede di restare anonimo ma che è stato comunque già ascoltato dai carabinieri, descrive il comportamento del deputato di Fratelli d’Italia Emanuele Pozzolo, indagato dalla procura di Biella in seguito al ferimento di un 31enne alla festa di Capodanno nella Pro Loco di Rosazza. Secondo una nota diffusa ieri dalla medesima Procura, guidata da Teresa Angela Camelio, il parlamentare è indagato per «lesioni colpose, accensioni ed esplosioni pericolose e per omessa custodia di armi». I magistrati hanno aperto - come atto dovuto - un fascicolo nei confronti del deputato di Fratelli d’Italia, dato che è di sua proprietà la pistola responsabile del ferimento.
L’inchiesta della procura di Biella
Le indagini, secondo quanto si apprende, sarebbero concentrate sulle analisi dei test per rilevare tracce di polvere da sparo e sulle dichiarazioni rese dai partecipanti alla cena. Si punta ad accertare la dinamica dei fatti e a capire come sia partito lo sparo e chi impugnasse la pistola in quel momento. «Non ero io», avrebbe detto Pozzolo ai carabinieri, che lo hanno ascoltato nell’immediatezza del fatto. Ma almeno un teste ha dichiarato che «la stava maneggiando». Nel 2015 il deputato piemontese di Fdi, con l’hashtag #progun, propugnava in diversi messaggi sui social il diritto dei cittadini ad armarsi per autodifesa. E, in occasione di una strage negli Usa - in un tweet (di cui gira ora solo l’immagine, poiché sarebbe stato rimosso) scriveva che «per Obama è sempre colpa delle armi. Eppure io non ho mai visto una pistola sparare da sola».
Sì al test dello stub, ma non alla consegna degli abiti
Subito dopo l’accaduto, ossia intorno all’una di notte, Pozzolo non ha voluto sottoporsi al test per rilevare tracce di polvere da sparo (in particolare, di microparticelle di piombo, antimonio e bario). Ma lo ha effettuato alcune ore dopo, la mattina del primo gennaio. Il test è stato svolto sulle mani e sugli indumenti del deputato: nel verbale delle forze dell’ordine, si legge che «sussistendo il pericolo di dispersione, alterazione o modifica delle indagini», alle 7.25 si è proceduto al prelievo di eventuali residui derivanti dall’esplosione dell’arma da fuoco di Pozzolo» sulle mani, sul giubbotto, il pile e il jeans che indossava il deputato. Ma gli abiti, non sono stati da lui consegnati ai militari, perché ha sollevato una questione legata all'immunità parlamentare. Fra gli investigatori c’è la convinzione che il trascorrere di qualche ora dallo sparo non pregiudichi l’attendibilità del test, affidato agli specialisti del Ris di Parma. Fra gli esperti, si ritiene che solo un’accuratissima igiene del corpo e un lavaggio profondo degli indumenti con detersivi possa rischiare di eliminare le tracce di uno sparo.
La prefettura intende revocargli il porto d’armi
La pistola è un mini-revolver North American Arms Provo Ut, calibro 22 (costo sui 400-500 euro), che è stata messa sotto sequestro dalla Procura. Nel frattempo, la prefettura biellese sta valutando di procedere alla revoca del porto d’armi a Pozzolo, che lo aveva ottenuto per difesa personale.
Le testimonianze
L’uomo che aveva visto Pozzolo mostrare in giro la pistola ha poi riferito che lo sparo «si è sentito all’improvviso e non abbiamo avuto nemmeno il tempo di chiedere di riporre l’arma, visto peraltro che c’erano anche dei bambini». Altri testimoni hanno riferito ai carabinieri che, subito dopo lo sparo, sono intervenuti due degli agenti della scorta del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove, che hanno prestato i primi soccorsi al ferito e hanno messo l’arma in sicurezza.
Dal ferito finora nessuna querela
Il trentunenne ferito è Luca Campana, elettricista con due figli, compagno della figlia del caposcorta di Delmastro. I medici gli hanno estratto un proiettile (sequestrato dagli inquirenti) dalla parte posteriore della gamba sinistra e lo hanno dimesso con una prognosi di 10 giorni. Finora non ha presentato querela di parte per il ferimento.
I Delmastro: non c’eravamo
La vicenda ha innescato una nuova bufera politica sul sottosegretario di Fdi, già al centro del caso Cospito (per il quale è stato rinviato a giudizio). Lui però ha dichiarato che non era presente nella sala al momento dello sparo: «Stavo caricando in auto le buste col cibo avanzato» dal veglione, ha detto. Anche la sorella Francesca, sindaca del paesino di Rosazza, che aveva affittato un locale della Pro loco per una festa con una trentina di parenti e amici, alla quale Pozzolo sarebbe intervenuto solo dopo la mezzanotte: «Sono senza parole, per me è un fatto assolutamente incredibile - fa sapere la prima cittadina -. Non potevo minimamente immaginare una cosa del genere. Mio fratello mi ha detto che non era presente. Io ero già andata via, la festa era finita». Testimonianze che gli investigatori dell’Arma stanno raccogliendo, insieme a quelle delle persone recatesi al veglione, per accertare cosa sia effettivamente avvenuto in quel locale.