mercoledì 28 agosto 2019
Tre nomi per la Farnesina: Moavero Milanesi, Gentiloni e Fraccaro. Delrio in pole per il Lavoro. Per il ministero della Salute spunta il senatore 5s Sileri Mentre al Miur potrebbe andare Cingolani
Per Di Maio alternativa Difesa, il Pd vuole il Tesoro
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Dopo lo stop and go sull’accordo di ieri e con il nodo della presidenza del Consiglio ormai sciolto, continua a tenere banco il “toto ministri” del futuro esecutivo giallo-rosso. Al di là dei programmi, è proprio il rebus sulle poltrone a caratterizzare l’ultimo miglio della trattativa, a cominciare da quella di vice premier. Una questione dirimente, tanto da aver causato in mattinata la prima frenata sull’intesa. A candidarsi, secondo quanto hanno fatto trapelare i dem, sarebbe stato Luigi Di Maio, che vorrebbe mantenere il ruolo ricoperto in tandem con Matteo Salvini. I democratici, però, vorrebbero un unico vice, per bilanciare la premiership di Giuseppe Conte. In lizza ci sono anche Dario Franceschini e Andrea Orlando (nome che circolava già ieri e che ha fatto parte della delegazione nelle trattative assieme a Nicola Zingaretti).

Il capo politico del Movimento avrebbe chiesto pure il Viminale, anche se Palazzo Chigi ha smentito. E sembra proprio il ministero dell’Interno la casella al centro delle negoziazioni. Franco Gabrielli resta un candidato forte, ma è una possibilità che non risulta ancora sondata. Il ritorno di Marco Minniti è altrettanto gradito al Pd, ma meno ai pentastellati. Ieri il nome di Di Maio è stato speso anche per un altro dicastero di peso, la Difesa, e pare che sia proprio questa la soluzione scelta dai democratici per accontentare le pretese del leader grillino, scongiurando la possibilità della sua riconferma a vice presidente del Consiglio. In questo modo si libererebbe il posto al Lavoro, che pure ha permesso al Movimento di realizzare importanti punti del loro programma di governo. L’uomo scelto dal Pd è Graziano Delrio, e le quotazioni dell’ex titolare dei Trasporti e delle Infrastrutture (con i governi Renzi e Gentiloni) sembrano salire di ora in ora. Se così non fosse, è comunque difficile credere che possa rimanere fuori dalla squadra di governo e a quel punto potrebbe andare allo Sviluppo economico, un posto ambito anche da Paola De Micheli e per il quale è stato proposto anche Lorenzo Fioramonti, attuale viceministro dell’Istruzione. Sempre per il Lavoro c’è anche Tommaso Nannincini e, meno quotata, Teresa Bellanova. Tornando al ministero della Difesa, potrebbe essere riconfermata Elisabetta Trenta, mentre tra i dem il prescelto sarebbe Ettore Rosato.

Il Tesoro è un altro nodo fondamentale: in lizza c’è l’attuale titolare, Giovanni Tria, che ha già in mano diversi dossier. Ma non manca la suggestione Carlo Cottarelli e rimangono in corsa anche Antonio Misiani e Luigi Marattin. Qualche chances dovrebbe averla pure Pier Carlo Padoan, ma è una possibilità più remota. Nella rosa dei papabili per la Farnesina ci sono invece l’attuale titolare, Enzo Moavero Milanesi, l’ex Paolo Gentiloni e, in quota M5s, Riccardo Fraccaro. All’Istruzione potrebbe andare Roberto Cingolani, direttore del’Iit di Genova. Sergio Costa potrebbe restare dov’è, per il momento non sono spuntati candidati abbastanza credibili come alternative. Anche Giulia Grillo non è detto che vada via, ma ieri per la Salute è spuntato anche il nome di Pierpaolo Sileri, senatore grillino, noto chirurgo e apprezzato docente universitario.

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