Bambini a scuola (Archivio Ansa)
Ancora una volta i vescovi italiani prendono carta e penna e scrivono alla scuola e alla formazione professionale cattolica. Lo fanno a un anno di distanza dal documento «Autonomia, parità e libertà di scelta educativa» che faceva chiarezza su alcuni punti fondamentali su cui si regge l’intero sistema scolastico nazionale alla luce della legge 62/2000 (la legge sulla parità scolastica). Oggi lo fanno con un sussidio (disponbilie anche sul sito dell’Ufficio nazionale Cei per educazione, scuola e università: https://educazione.chiesacattolica.it/) rivolto al mondo scolastico e formativo cattolico che nella sua parte centrale offre un vero e proprio strumento di riflessione sul presente e sul futuro dell’educazione nel nostro Paese.
«Il Consiglio nazione della scuola cattolica (Cnsc) vuole offrire uno strumento per pensare la scuola e l’educazione nel contesto attuale – commenta il direttore dell’Ufficio scuola della Cei Ernesto Diaco –. Le difficoltà che le scuole cattoliche devono affrontare sono numerose, ma le opportunità non sono da meno, come dimostrano le esperienze raccolte nel testo».
In effetti il sussidio si compone di tre parti.
La prima ripropone il testo del documento dello scorso anno nel quale, appunto, «rispondeva all’esigenza di riprendere con chiarezza i termini della questione delle scuole paritarie – scrive nella prefazione il vescovo Mariano Crociata, presidente del Cnsc –, segnalando un sistema educativo, quello italiano, ancora incompiuto nonostante le leggi già emanate e ribadendo il diritto della persona all’educazione e precisamente in primo luogo dei genitori e dalla scuola che i genitori vogliono scegliere».
La seconda parte è «uno strumento per il discernimento delle comunità educative».
Si invitano le scuole cattoliche e i centri di formazione professionali a un esame sul proprio operato, in tre momenti distinti e collegati tra loro. Infatti c’è l’invito a «confrontarsi con il cambiamento» sociale, culturale, storico e territoriale nel quale le scuole oggi operano. Cambiamenti che non sono sempre neutrali, ma che incidono sulla vita: calo demografico, aumento delle seconde generazioni dell’immigrazione, aumento della laicizzazione della società, l’aumento dei costi e delle spese. Monitorato tutto questo ecco il secondo passo: la sfida del discernimento, inteso proprio «a cogliere i segni dei tempi e i cambiamenti che la realtà suggerisce». Una sfida che deve essere assunta da tutte le componenti della scuola: gestori, docenti, personale tecnico-amministrativo, famiglie e studenti.
Un’opera di discernimento quanto mai necessaria in questi tempi nei quali troppi istituti hanno chiuso i battenti per motivi soprattutto economici. «Scelte sofferte – ricorda il sussidio – a cui si deve giungere in maniera non improvvisa, ma dopo aver verificato attentamente l’impraticabilità di dare seguito all’opera educativa». Ecco, quindi, l’importanza del discernimento e dell’analisi della situazione presente.
Ma la terza parte del sussidio vuole essere un segno di speranza per il futuro e per affrontare le criticità del presente. Sono le «buone pratiche e le esperienze», che il Consiglio nazionale della scuola cattolica vuole offrire a tutti gli istituti paritari e anche statali, perché l’attenzione all’educazione coinvolge tutti: 25 esperienze sul territorio, da nord a sud, in cui il rilancio e lo sguardo verso il futuro sono diventati realtà.