Adolescenti usano Tik Tok - Ansa
Una gara su Tik Tok, una sfida micidiale, ha portato, mercoledì, alla morte di Antonella, 10 anni, nel quartiere Kalsa a Palermo. La piccola, nel bagno di casa, si era stretta la cintura alla gola per partecipare, a quanto sembra, al Black out challange, la prova lanciata dal social network molto seguito dagli adolescenti, che consisteva nel resistere il più a lungo possibile senza respirare. Ma Antonella non ce l’ha fatta ed è rimasta soffocata. Ora il Garante per la protezione dei dati personali ha disposto nei confronti di TikTok «il blocco immediato dell’uso dei dati degli utenti per i quali non sia stata accertata con sicurezza l’età anagrafica».
Lo stop durerà fino al 15 febbraio. L’autorità ha deciso di intervenire in via d’urgenza, parallelamente all’inchiesta avviata dalla procura di Palermo che ipotizza, per il momento contro ignoti, il reato di istigazione al suicidio. «Il Garante – si legge in una nota – già a dicembre aveva contestato a Tik Tok una serie di violazioni: scarsa attenzione alla tutela dei minori; facilità con la quale è aggirabile il divieto, previsto dalla stessa piattaforma online, di iscriversi per i minori sotto i 13 anni; poca trasparenza e chiarezza nelle informazioni rese agli utenti; uso di impostazioni predefinite non rispettose della privacy. In attesa di ricevere il riscontro richiesto con l’atto di contestazione, l’Autorità ha deciso comunque l’ulteriore intervento al fine di assicurare immediata tutela ai minori iscritti al social network presenti in Italia».
Investigatori e inquirenti cercano di capire, dai contenuti del telefonino che era in possesso della bambina, se e come lei abbia partecipato alla sfida mortale o se abbia tentato di emulare qualcuno. TikTok, da parte sua, ha detto di non avere riscontrato evidenze che possano aver incoraggiato l’atto. Intanto i genitori hanno deciso di donare gli organi di Antonella: il pancreas, il fegato e i rene, espiantati oggi, saranno trapiantati nelle prossime ore su quattro piccoli pazienti in lista di attesa negli ospedali ospedali di Roma, Milano e Genova.
E sulla tragedia di Palermo è intervenuto don Michele Falabretti, responsabile della Pastorale giovanile della Cei: «La vita di una bimba è un prezzo altissimo, mi piacerebbe sperare che serva a svegliare qualcuno. Il richiamo va prima di tutto a chi i ragazzi li sta dimenticando a casa. Sono gli “untori” e non ce ne importa nulla che tornino a scuola, il ragionamento alla base. Con un concetto grezzo di educazione: stai davanti allo schermo, apprendi informazioni e impari».