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Il presidente del Consiglio Mario Draghi è salito al Colle alle 17.30 per controfirmare il decreto di scioglimento delle Camere, che porta la prima firma del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Alle 18 il Consiglio dei ministri ha indicato la data del voto: è il 25 settembre, entro i 70 giorni dallo scioglimento, come indicato dal presidente della Repubblica. Non appena Draghi ha lasciato il Quirinale, Sergio Mattarella ha rilasciato una dichiarazione in cui ha lanciato un monito al Parlamento che si avvia a fine corsa: "Non sono possibili pause in questo momento", ha detto il capo dello Stato indicando la necessità di continuare ad operare per frenare gli effetti del carovita e rispettare i tempi di attuazione del Pnrr. Draghi e il governo restano in carica per gli affari correnti e gli strumenti a disposizione dell'esecutivo, ha detto Mattarella, pur essendo limitati, sono tuttavia sufficienti per assumere le opportune misure. "Nonostante le elezioni i partiti collaborino nell'interesse dell'Italia". In merito allo scioglimento, Mattarella ha specificato che la fine anticipata della legislatura è sempre "l'ultimo atto" e che non vi era "nessuna prospettiva di nuova maggioranza". Mattarella ha ringraziato Draghi e i ministri per il lavoro svolto in questi 18 mesi.
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LE PAROLE DI DRAGHI IN CDM
Nel Cdm che ha indicato il 25 settembre come data delle elezioni, Mario Draghi si è rivolto ai ministri per ringraziarli del lavoro svolto: "L'Italia - ha detto il premier - ha tutto per essere forte, autorevole, credibile nel mondo. Ora dobbiamo mantenere la stessa determinazione nell'attività che potremo svolgere nelle prossime settimane, nei limiti del perimetro che è stato disegnato. Dobbiamo far fronte alle emergenze legate a pandemia, guerra in Ucraina, inflazione e costo dell'energia. Dobbiamo portare avanti l'implementazione del Pnrr anche per favorire il lavoro del governo che ci succederà". Da questo punto di vista, è arrivata la disponibilità di Fratelli d'Italia a favorire l'iter dei provvedimenti legati al Pnrr.
LA MATTINATA DEL PREMIER E DEL COLLE
Anche in mattinata il premier era salito al Colle, per comunicare le proprie dimissioni. Il comunicato del Quirinale, letto dal segretario generale della Presidenza della Repubblica, Ugo Zampetti, ufficializza quanto già era noto da ieri sera: "Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto questa mattina al Palazzo del Quirinale il presidente del Consiglio dei ministri, prof. Mario Draghi, il quale, dopo aver riferito in merito alla discussione e al voto di ieri presso il Senato, ha reiterato le dimissioni sue e del Governo da lui presieduto. Il Presidente della Repubblica ne ha preso atto. Il governo rimane in carica per il disbrigo degli affari correnti".
Mentre i partiti vivono la mattinata del post-crisi all'insegna di forti polemiche sulle responsabilità per quanto accaduto ieri al Senato, diversi sono i nodi da risolvere: cosa potrà fare il governo sino all'insediamento del nuovo esecutivo, cosa faranno i ministri dei partiti che ieri hanno "non votato" la fiducia (M5s, Lega, Fi), come eventualmente sostituirli nel caso uscissero dalla compagine di governo.
Prima di salire al Colle, Mario Draghi è stato alla Camera dei deputati, dove oggi era previsto il bis del voto di fiducia. Il premier ha chiesto la sospensione della seduta e annunciato le sue imminenti dimissioni. Un lunghissimo applauso e una standing ovation dei ministri e dai banchi del centrosinistra ha accolto il premier. "Innanzitutto grazie, grazie. Grazie per questo" applauso, "naturalmente, certe volte anche il cuore dei banchieri centrali viene usato, a volte. Grazie per questo e per tutto il lavoro fatto in questi mesi", ha detto Draghi in aula, commosso. "Chiedo di sospendere la seduta perché sto recandomi dal presidente della Repubblica per comunicargli le mie determinazioni", ha poi aggiunto. A questo punto il presidente della Camera Roberto Fico sospeso la seduta fino a mezzogiorno. In mattinata Draghi incontrerà sia Fico sia la presidente del Senato, Casellati: altri passaggi istituzionali in previsione dello scioglimento delle Camere.
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Il Cdm non si terrà, come da attese. Draghi ha già presentato le dimissioni in Consiglio dei ministri la scorsa settimana - precisano dal ministero dei Rapporto con il Parlamento - ragion per cui non ci sarà un nuovo passaggio poiché formalmente ha già comunicato le sue decisioni ai ministri.