Il Testo unificato di legge approntato dalla relatrice Binetti per la prevenzione, la cura e la riabilitazione della dipendenza da gioco d’azzardo patologico è stato approvato all’unanimità dalla Commissione Affari Sociali della Camera dei deputati, ma è ora bloccato in Commissione Bilancio per mancanza di copertura. La ragione fondamentale che ha determinato questa situazione è contenuta in una nota (surreale) dei Monopoli di Stato nella quale si paventa, se la proposta di legge venisse approvata, una perdita di 12 miliardi per l’erario. Il calcolo è realizzato ipotizzando un fermo per tre anni (4 miliardi all’anno le entrate fiscali per le slot) di tutti gli apparecchi, necessari per apportare tutte le modifiche tecniche richieste dalla legge, in primis la possibilità di riconoscimento dei giocatori attraverso l’utilizzo della tessera sanitaria. Una misura di buon senso, questa, necessaria per monitorare comportamenti a rischio e prevenire, così, l’insorgere della dipendenza patologica, oltre che per evitare fenomeni di riciclaggio. Riteniamo semplicemente assurda l’ipotesi che un’industria tecnologicamente avanzata necessiti di tre anni di tempo per introdurre nei propri macchinari una modifica così semplice. Anche dando per buona questa (assurda) ipotesi, l’obiezione sarebbe comunque facilmente smontabile, introducendo nel testo unico una disposizione transitoria che preveda tre (!) anni di tempo per la sostituzione degli apparecchi. I costi per l’erario derivanti dall’introduzione della nuova normativa scenderebbero immediatamente a zero. L’obiezione della mancanza di copertura a causa del calo delle entrate nelle casse dello Stato, è inoltre infondata perché nella valutazione degli effetti della legge andrebbero considerati la riduzione del fenomeno della azzardopatia e i connessi costi individuali e sociali. Ciò che non si spenderebbe più nell’azzardo si trasformerebbe inoltre per il 90% in consumi, i quali, in virtù delle aliquote fiscali più elevate rispetto a quelle mediamente applicate al settore dell’azzardo, produrrebbero per lo Stato maggiori introiti da imposte indirette. In questi mesi la mobilitazione e la protesta della società civile che con gli SlotMob ha premiato i bar liberi da slot, ha spinto moltissimi amministratori locali a intervenire con provvedimenti di contenimento del fenomeno (distanza minima da luoghi sensibili, fiscalità premiale per i locali no slot, marchi no slot, ecc.). Assistiamo così, alla triste schizofrenia che vede, da una parte, amministratori locali sensibili, perché conoscono da vicino i problemi delle loro comunità e, dall’altra, il Governo e il Parlamento nazionali pesantemente condizionati da lobby, gruppi e interessi che cinicamente pongono un sistematico freno alle loro decisioni in nome del principio del 'fare cassa non importa come'. Crediamo che una politica degna di questo nome non possa ridursi ad asservimento totale agli interessi strategici di pochissimi privati privilegiati che utilizzano le debolezze umane come 'merce di scambio', ma debba tener conto delle diverse esigenze delle parti sociali in vista del bene comune. Crediamo inoltre che sia urgente e assolutamente necessario approvare il divieto di pubblicità dell’azzardo così come già avviene per l’uso del tabacco. È senza giustificazione alcuna illustrare drammaticamente i pericoli del fumo su ogni pacchetto di sigarette mentre si diffonde ossessivamente su ogni mezzo di comunicazione la diseducativa cultura dell’azzardo. Il movimento SlotMob si muove dal basso per aprire un serio, democratico e radicale dibattito nel Paese sulla questione della gestione del giro d’affari legato al settore dell’azzardo. Allo stato attuale delle cose, chiede che le Commissioni Bilancio del Parlamento diano il proprio parere favorevole al testo unificato di legge per la prevenzione, la cura e la riabilitazione della dipendenza da azzardo patologico e/o che la delega fiscale incorpori i punti principali di tale normativa. Ci aspettiamo, pertanto, che i singoli parlamentari e le forze politiche responsabili e favorevoli a una legge di contenimento del fenomeno arrivino a una posizione comune in grado di raggiungere un primo sensibile, ragionevole e coerente obiettivo che tutti auspichiamo come il primo segno di una inversione di rotta.
Il comitato promotore di SlotMob* Leonardo Becchetti, Luigino Bruni, Luana Canova, Carlo Cefaloni, Flavia Cerino, Gabriele Mandolesi, Francesco Naso, Vittorio Pelligra, Luca Raffaele, Giuseppe Riccio, Alessandra Smerilli, Alfredo Sguglio, Ivan Vitali *SlotMob è un’iniziativa per premiare i bar che non hanno slot machines. A 74 Slotmob realizzati finora in diverse città d’Italia hanno partecipato circa 100 realtà associative