martedì 2 agosto 2022
Va avanti il tentativo del governo di Managua di ridurre al silenzio le voci anche solo non allineate con il regime. Lo scontro con la Chiesa cattolica prosegue da anni
Radio Hermanos, la radio capofila delle cinque emittenti della diocesi di Matagalpa, che il governo di Ortega vuole silenziare

Radio Hermanos, la radio capofila delle cinque emittenti della diocesi di Matagalpa, che il governo di Ortega vuole silenziare - Dal sito della radio

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Da rivoluzionario contro una dittatura a dittatore. È quello che è successo al presidente del Nicaragua, Daniel Ortega, che oggi è impegnato a eliminare tutte le voci di dissenso, o comunque non allineate, rispetto al potere. Il governo del Nicaragua ha ordinato l'interruzione delle trasmissioni di cinque radio cattoliche del dipartimento centro-settentrionale di Matagalpa. Lo scrive il quotidiano La Prensa di Managua.

«In un nuovo attacco ai media della chiesa cattolica, il regime di Daniel Ortega ha ordinato all'Istituto nicaraguense delle telecomunicazioni e degli uffici postali (Telcor) di interrompere le trasmissioni di cinque emittenti della diocesi di Matagalpa», sottolinea il giornale. Si tratta, chiarisce un comunicato della diocesi, di Radio Hermanos, emittente principale, e delle collegate Radio Nuestra Señora de Lourdes, Radio Nostra Signora di Fatima, Radio Alliens e Radio Monte Carmelo.

La decisione governativa è stata condivisa sui social da monsignor Rolando Álvarez, ha la data di ieri e indica che, secondo Telcor, dal 30 gennaio 2013 le stazioni radio gestite dalla diocesi di Matagalpa «non hanno il titolo di autorizzazione valido». Tuttavia le autorità religiose locali hanno assicurato che il vescovo Álvarez ha presentato personalmente nel 2016 la necessaria documentazione all'allora direttore della Telcor Orlando Castillo, ora deceduto, non ricevendo però alcuna risposta.

Radio Monte Carmelo, una delle radio che Managua vuole chiudere

Radio Monte Carmelo, una delle radio che Managua vuole chiudere - Dal sito della radio

Al riguardo, monsignor Álvarez ha assicurato che «se la direttrice di Telcor vuole ricevermi, le porterò copia certificata di tutti i documenti presentati sei anni fa». Se si proverà che la ragione è di Telcor, non avrò problemi a dichiarare che la chiusura delle radio è giusta. Ma se fosse vero il contrario, le autorità dovrebbero avere il coraggio di ammettere di avere sbagliato«, ha concluso il religioso.

Appare evidente che le questioni burocratiche, timbri e permessi, sono solo un pretesto per cercare di fare tacere chi è critico con il potere ed è al fianco della popolazione.

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