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La navicella spaziale da milioni di dollari che si abbatterà contro un asteroide è partita: la Nasa vuole fargli cambiare orbita per salvare la Terra dagli asteroidi killer. Niente di allarmante, nessun corpo celeste si sta per schiantare davvero sul nostro pianeta. Lo scopo dell'esperimento è vedere se è possibile usare questo piano nel caso in cui, in futuro, dovessimo deviare la traiettoria di un asteroide realmente pericoloso.
Quello che il veicolo spaziale Double Asteroid Redirection Test (Dart) è una coppia di asteroidi che viaggiano insieme nello spazio, uno in orbita attorno all'altro mentre girano intorno al Sole. Dimorphos è il più piccolo dei due, con i suoi 160 metri di larghezza ed è anche lo sfortunato prescelto dalla Nasa. Se tutto dovesse procedere secondo i piani, alla fine di settembre o all'inizio di ottobre del prossimo anno, la navicella Dart andrà a sbattere contro Dimorphos a 6,6 chilometri al secondo, a 11 milioni di chilometri sopra le nostre teste.
L'orbita dei due asteroidi - NASA/Johns Hopkins University APL
Il rischio che dal test si passi alla sua realizzazione effettiva per ora è molto lontano, ma comunque non è considerata un'ipotesi impossibile. Ci sono piccoli asteroidi e frammenti di asteroidi che colpiscono continuamente la Terra. La maggior parte di loro però si disintegra nell'atmosfera o cade a terra in modo innocuo. come meteoriti. La NASA li ha identificati: sono più di 27.000 asteroidi e loro traiettorie sono vicine alla Terra. Il timore è che possa comparire un nuovo asteroide, diretto verso di noi, con dimensioni talmente grandi da provocare gravi conseguenze, come successe 66 milioni di anni fa con i dinosauri ed altre forme di vita.
La costosissima missione Dart - 330 milioni di dollari - non è l'unica idea lanciata dagli scienziati spaziali, per combattere gli asteroidi in arrivo. Si è pensato anche di alterare la traiettoria dell'asteroide facendo volare un veicolo spaziale a fianco per tirarlo usando le forze gravitazionali, per esempio; fino all'eclatante ipotesi di fare esplodere i corpi celesti pericolosi con delle armi nucleari. Ipotesi che strizza l'occhio ad altri, eventuali, adattamenti cinematografici.
Il ruolo dell'Italia
"Sono davvero felice - osserva Marco Tavani, presidente dell'Istituto Nazionale di Astrofisica - che l'Italia contribuisca in modo significativo a questa missione con il nano-satellite LiciaCube e con suo il team scientifico coordinato dall'Inaf. Le ricerche, le competenze e gli sviluppi tecnologici in ambito spaziale e astrofisico si dimostrano di importanza fondamentale per contribuire a preservare il nostro pianeta e il suo delicato sistema".