venerdì 24 luglio 2020
E’ partita da La Spezia la campagna solidarietà 2020. Formazione, riabilitazione e inclusione sociale sono gli obiettivi del percorso volto ad aiutare giovani e ragazzi speciali
A bordo di Nave Italia. Con l’equipaggio che non lascia indietro nessuno
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La battaglia di Nave Italia contro l’esclusione e il disagio sociale è scoppiata. L’equipaggio di “marinai speciali” è arrivato a bordo della storica goletta per vivere un’esperienza indimenticabile a fianco degli ufficiali e dei sottufficiali della Marina Militare che tra vele, cime, bitte e alberi trasmetteranno ai ragazzi la prima e fondamentale regola di chi va per mare: non lasciare nessuno indietro. Un insegnamento antico ma sempre attuale che la Fondazione Tender To Nave Italia Onlus ha fatto proprio accogliendo ormai da oltre tredici anni giovani, associazioni, scuole e ospedali per promuovere la cultura del mare e della navigazione come strumenti di educazione, formazione, riabilitazione, inclusione sociale e terapia.

“Con i suoi 1.300 metri di superficie velica Nave Italia è il brigantino più grande al mondo della sua categoria – dice il capitano di fregata Dario Gentile, comandante di Nave Italia -. La Marina Militare mette a disposizione la professionalità del suo equipaggio a favore di persone che vengono da tutta Italia per intraprendere un percorso che attraverso la vita sul mare integrata con l’equipaggio dà la possibilità di superare problematiche di vario tipo”.

Tra le associazioni coinvolte quest’anno la IAL LOMBARDIA di Cremona, la Fondazione Aquilone Onlus di Milano, l’Associazione Italiana Sindrome di Williams Onlus di Roma, l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, l’Associazione Sclerosi Tuberosa di Roma, l’Istituto Superiore A. Stradivari di Cremona e il CISITA di La Spezia.

La campagna di solidarietà 2020, partita da La Spezia, seppur condizionata dalle misure di sicurezza per contenere la diffusione del Coronavirus, vedrà nave Italia impegnata in attività in mare, secondo uno specifico Protocollo sanitario e non sarà aperta al pubblico durante le soste. Lo scorso anno la Fondazione e Nave Italia hanno potuto ospitare 22 gruppi in 6 mesi di campagna per un totale di 436 ospiti e 3025 miglia navigate.

Il progetto di Nave Italia, nato grazie alla collaborazione tra la Marina Militare e lo Yacht Club Italiano, rappresenta uno dei tanti esempi di attività marinaresca in un’ottica di solidarietà che da sempre contraddistingue il grande equipaggio della Marina.

Nave Italia è un brigantino-goletta costruita nei Cantieri Navali di Danzica nel 1993. Battezzata “Swan Fan Makkum” (‘cigno della città di Makkum’), ha veleggiato per tredici anni per le Antille, attraversando 18 volte l’Atlantico col suo primo armatore, Willelm Sligting. Il 9 ottobre 2006 “Swan fan Makkum” arrivò a Genova per ormeggiare di fronte allo Yacht Club Italiano. Si realizzò così l’ambizioso progetto di un veliero dedicato a persone con disabilità. Il 10 gennaio 2007 fu costituita a bordo del brigantino la Fondazione Tender To Nave Italia Onlus e nominato il primo Consiglio di Amministrazione. Nel febbraio del 2007 la Fondazione venne presentata alle Autorità e alla Stampa a Roma in Campidoglio. Il primo marzo 2007 “Nave Italia” ricevette la benedizione impartita dall’arcivescovo della città di Genova, cardinale Angelo Bagnasco. Il 19 marzo fu siglato a Roma il contratto che affidava alla Marina Militare Italiana la conduzione del veliero. Il primo Comandante fu il capitano di vascello Gai Vassallo. L’Italia venne iscritta nel quadro del naviglio militare dello Stato e fu issata la bandiera della Marina Militare. I primi membri dell’equipaggio designato salirono così a bordo. Il 6 aprile 2007 avviò la propria missione, imbarcando il primo progetto riabilitativo.

I progetti realizzati da centinaia di ONLUS, Scuole, Ospedali ed Enti non profit di tutta Italia, hanno così scoperto un potente strumento di riabilitazione ed educazione messo a disposizione di persone rese fragili da malattie o situazioni difficili.

Da allora hanno veleggiato su Nave Italia oltre 5.000 persone che hanno sfidato vento, onde e regole militari per riscoprire dentro sé stessi la capacità di fare, imparare, convivere e gioire, nonostante le difficoltà e nonostante tutto.

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