I superstiti del gommone che si
è capovolto nelle acque del Canale di Sicilia, causando la
morte di 10 immigrati hanno parlato di 50 dispersi nel
naufragio. Interrogati dagli agenti del gruppo interforze della
Procura di Siracusa sull'immigrazione, i sopravvissutti hanno
raccontato che sul natante c'erano circa 270 profughi. In salvo
ne sono state tratte 210, le salme recuperate sono 10, e quindi
mancherebbero all'appello 50 persone. La Procura ha emesso un
provvedimento di fermo per favoreggiamento dell'immigrazione
clandestina ed omicidio nei confronti di un tunisino, accusato
di essere lo scafista del gommone. Un altro tunisino è stato
fermato, con la sola accusa di favoreggiamento
dell'immigrazione, per aver pilotato un secondo gommone.
Le vittime accertate sono 5 uomini e 5 donne, una delle
quali minorenne. Le salme sono giunte nella serata di ieri nel
porto di Augusta, a bordo del pattugliatore "Dattilo" della
Guardia costiera, che ha recupoerato anche i 210 superstiti. I
magistrati siracusani, Francesco Paolo Giordano ed Antonio
Nicastro, non hanno disposto l'autopsia delle vittime. Nel
corso dell'ispezione cadaverica, eseguita in nottata dal medico
legale, è stato accertato che sono deceduti per annegamento.
Le salme, su disposizione della Prefettura, sono state
trasferite al cimitero di Lentini, mentre i sopravvissuti sono
stati accompagnati nei centri di accoglienza di Siracusa e
Messina.