Sulla costa libica il mare ha portato 27 cadaveri di migranti che avevano tentato la traversata - Reuters / Mezzaluna Rossa libica
Ancora morti in mare nel Mediterraneo, in coincidenza con il periodo di Natale. Nell'Egeo sono almeno 27 i morti per due naufragi, avvenuti giovedì 23 e venerdì 24 dicembre. E mentre continuano gli sbarchi sulle coste italiane anche per le condizioni meteo favorevoli nel Mediterraneo centrale, con oltre 400 migranti sono sbarcati nel Crotonese, in Libia 27 corpi sono giunti a riva sulla costa di Khoms: probabilmente si tratta di persone annegate recentemente, e fra loro ci sono un bambino e due donne.
Due naufragi nell'Egeo: almeno 27 vittime
Il primo naufragio nell'Egeo risale a giovedì sera: un'imbarcazione a vela ha colpito un isolotto roccioso circa 235 chilometri a sud di Atene, vicino all'isola di Anticitera: 11 i morti e 90 i sopravvissuti - 52 uomini, 11 donne e 27 bambini - salvati dalla Guardia costiera dopo ore trascorse sull'isolotto. Il naufragio della vigilia di Natale, invece, è avvenuto a 8 chilometri dall'isola greca di Paros: qui un'imbarcazione a vela carica di migranti si è capovolta, lasciando un bilancio di 16 morti e 63 salvati; i sopravvissuti hanno raccontato alla Guardia costiera che a bordo viaggiavano circa 80 persone.
Libia, 27 corpi e 3 sopravvissuti
In Libia, poi, la straziante scoperta lungo la costa di Khoms. Ventisette corpi senza vita, fra cui quelli di un bambino e due donne, sono stati trovati in riva al mare, mentre altri tre migranti sono stati salvati. La Mezzaluna rossa, organizzazione musulmana equivalente alla Croce rossa, ha pubblicato delle immagini che mostrano alcuni corpi che galleggiano nel Mediterraneo e poi lo staff che li chiude in borse nere per la sepoltura. Dare una sepoltura a queste persone è una sfida per le autorità locali, non abituate a gestire situazioni del genere: "Perlopiù possono gestire uno o due corpi, non tanti come oggi", spiega il dottor Osama al-Saket, direttore dell'ospedale di Khoms nel cui obitorio i corpi sono stati portati.
L'Onu: 1.500 migranti annegati nella rotta libica nel 2021
Recentemente c'è stato un aumento di tentativi di attraversamenti del Mediterraneo in partenza dalla Libia, in coincidenza con una repressione violenta da parte delle autorità sui migranti nella capitale Tripoli. Secondo l'agenzia Onu per le migrazioni, sono circa 1.500 i migranti annegati quest'anno nella rotta del Mediterraneo centrale. L'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) ha riferito che questo mese oltre 160 migranti sono annegati in due diversi naufragi al largo del Paese nordafricano.
Il caos in Libia è nato dalla rivolta del 2011 che portò alla caduta e all'uccisione del raìs Muammar Gheddafi. Da allora il Paese nordafricano è punto di partenza della rotta verso l'Europa per chi fugge da povertà e guerre civili in Africa e Medioriente. I migranti che vengono bloccati dalla cosiddetta guardia costiera libica vengono riportati indietro e messi in centri di detenzione, dove si registrano abusi, compresi lavori forzati, pestaggi, stupri e torture. Gli abusi spesso sono accompagnati dai tentativi di estorcere denaro alle famiglie per consentire ai migranti di imbarcarsi. A ottobre gli investigatori a cui l'Onu ha commissionato un'indagine hanno riferito di avere riscontrato che le sparizioni forzate e le violenze contro i migranti nelle prigioni libiche potrebbero costituire crimini contro l'umanità.