La Calabria brucia. Il fuoco non si ferma provocando morti e devastazione. Colpa del vento di scirocco che ha spinto le fiamme fino a lambire borghi e villaggi abbarbicati sull’Aspromonte rendendo sempre più ardue le operazioni di spegnimento, complice il caldo insopportabile di questi giorni.
L’emergenza. Solo nel Reggino sono cinque le aree critiche sul fronte degli incendi e, dal 25 giugno, cinque le vittime, di cui due rile- vate ieri. Un “fuoco assassino” che sta distruggendo gran parte dei territori di Mammola, Gioiosa Jonica, Grotteria (dove è stato rinvenuto in mattinata il corpo carbonizzato di un anziano allevatore), Sambatello di Reggio e San Luca, dove risulta isolato il santuario della Madonna di Polsi. Le fiamme alte hanno imposto la chiusura della strada che conduce alla basilica, che risale al XII secolo. Decine e decine i pellegrini che a bordo di mezzi e soprattutto a piedi (da Polistena) hanno dovuto interrompere il loro viaggio di fede e tornare a casa. Il rettore del santuario, don Tonino Saraco, ha fatto un appello social denunciando lo stato di allarme. «Attentare alla natura e all’ambiente significa colpire la vita stessa dell’umanità – ha detto don Saraco, che è anche direttore dell’Ufficio per la pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Locri-Gerace –. Chi si macchia di tali atti non può essere in comunione con Dio. Chi brucia, infatti, non sta cancellando solo il presente, ma distrugge anche e soprattutto il futuro della nostra terra. Custodire e salvaguardare il nostro ambiente – conclude il sacerdote, a nome anche del vescovo Francesco Oliva – è un dovere di tutti e di ciascuno, al quale non possiamo sottrarci, sarebbe come rinunciare alla vita».
Il primo morto e i boschi distrutti. Abitava in un casolare di montagna nella Locride e cercava di mettere a riparo gli animali del suo allevamento, Mario Zavaglia, 77 anni, la prima vittima di cui si è avuta notizia ieri: il fuoco, che ha distrutto il capannone dove si trovava, non gli ha dato scampo. Gli incendi, quasi senza soluzione di continuità, hanno raggiunto anche le Faggete Vetuste del bosco di Acatti, intorno a San Luca, in un’area del Parco che l’Unesco ha eletto patrimonio dell’umanità. La punta dello Stivale brucia, dunque, e da una settimana non si riesce a fermare la cortina di fuoco che è partita dall’Aspromonte Jonico fino a toccare i borghi arrampicati sulle montagne di terra arsa. Intanto si cerca un altro disperso nel Reggino, dove gli sfollati sono decine: abitanti del centro storico di Grotteria sono stati allontanati dalle loro case lambite dal fuoco.
Le altre vittime. La scorsa settimana a perdere la vita a causa del fuoco erano stati Margherita Cilione e suo nipote Antonino, di 53 e 34 anni di Bagaladi: morti nel tentativo di impedire che il rogo avvolgesse l’uliveto di loro proprietà. I vigili del fuoco e i volontari hanno trovato senza vita, ieri pomeriggio, un uomo di Cardeto che risultava disperso: è un contadino di 79 anni che stava lottando contro il fuoco per cercare di mettere in salvo i suoi animali. Per coordinare gli interventi di spegnimento è rientrato ieri dalle ferie il prefetto di Reggio Calabria Massimo Mariani che ha sottolineato come «il quadro della situazione sia molto grave » e ha invitato i cittadini a non andare ad aiutare come volontari i vigili del fuoco e gli uomini della protezione civile, perché è troppo pericoloso.
Le cause degli incendi. «Abbiamo mappato più di 40 cause alla base degli incendi boschivi – ha spiegato il colonnello Marco di Fonzo, comandante del Nucleo Informativo Antincendio Boschivo del Comando Carabinieri Tutela Forestale – dalle ripuliture dei fondi, alle bruciature delle stoppe ai comportamenti dei piromani, che sono una percentuale residuale, al vandalismo. È capitato anche di giovani che hanno dato fuoco per vedere in azione la macchina dei soccorsi». E in merito ai roghi divampati in Italia dice: «Dal nostro osservatorio si registra un aumento significativo, ma non estremo. Un terzo per numerosità e dimensione riguarda Sicilia e Sardegna. Molto esposte in questo periodo dell’anno la Calabria e la Puglia».
Un dramma in Sicilia. Anche un agricoltore di 30 anni è morto a Paternò, in provincia di Catania, altra zona martoriata dal fuoco. È stato schiacciato dal suo trattore nel tentativo di spegnere un incendio in un podere a Ponte Barca. Sempre in Sicilia, a Pergusa, nell’Ennese, le fiamme hanno minacciato un gruppo di case e due famiglie sono state evacuate. In tutta l’Italia, in questo inizio d’agosto, stanno andando in fiamme 110mila ettari di boschi.