lunedì 14 maggio 2012
Richiamo del premier davanti una platea di ragazzi. «Preoccupazione per la mancanza di lavoro, la difficoltà di fare impresa». «Serve uno sforzo comune per uscire dalla crisi. Metto a tavola forze contrapposte per salvare il Paese».
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​ll Paese è segnato da una profonda tensione sociale. Il premier Mario Monti sceglie di drammatizzare e spiega che per affrontare la lunga crisi economica serve ancora una volta "coraggio", mostrando così un'ampia consonanza con l'invito a "reagire" rivolto poco prima dal Papa agli italiani. Ed è proprio cercando il "bene" dell'Italia che, dice, "ha messo a tavola" forze contrapposte, che prima si davano "battaglia" e ora collaborano.Il Presidente del Consiglio, dopo aver accolto Benedetto XVI arrivato in Toscana per il suo ventisettesimo viaggio italiano, visita la Cittadella della Pace, luogo di studio e dialogo fra ragazzi provenienti da diverse aree di guerra. Ed è da qui, rispondendo alle domande degli studenti, che usa parole che suonano come un monito. "È inevitabile - osserva - che cresca il disagio sociale, che la precarietà alimenti un senso di malessere, che ci siano segni gravi di incrinatura della coesione sociale". Però 'l'Italia in alcuni momenti - è il suo giudizio - è presa da sfiducia in sè stessa immotivata" e il rischio è che la crisi economica "non affrontata con convinzione e coraggio possa diventare - mette in guardia Monti - culturale". Ergo, la via d'uscita secondo il premier non può che essere rappresentata da "uno sforzo comune", che faccia leva su "un'equa ripartizione del peso che ricade su ciascuno".Ecco perché è fondamentale "non arrendersi" e "reagire insieme", ripete. Ed ecco perchè diventa così importante "far scoprire" alle forze politiche, fino ieri avversarie, "che al di là di una crosta spessa e della legittima battaglia politica, c'è un sottofondo di grande impegno per il benessere collettivo". E qui, nonostante un intervento all'insegna di toni sostanzialmente cupi, il premier si concede una punta di ottimismo: "Questo è quello che sta venendo alla luce, seppure con qualche momento di ombra. Oggi - dice infatti - torno a Roma più contento, e più convinto, del ruolo che mi è toccato svolgere in questi mesi, perchè vedo che è possibile".Monti però torna subito a usare un registro meno rassicurante: parla prima di immigrazione e poi di Europa e non nasconde che su entrambi i fronti occorra stare in allerta e lavorare sodo per evitare il peggio. "Non si può sperare - ragiona - che cessino per miracolo gli arrivi dalla sponda sud del Mediterraneo". Chi sbarca sulle nostre coste è "alla ricerca di una vita dignitosa  ma questi esodi forzati" aggiungono "tensione sociale" a tensione sociale e diventano "difficili da gestire", è la conclusione del Professore. Su tutto, inesorabilmente, alleggia poi l'Europa. Ancora "un modello" certo, risponde il Professore a uno studente, ma anche un soggetto che "sta facendo passi indietro". Ed è qui che si può dispiegare il ruolo dell'Italia che "ha il dovere - è la convinzione del Presidente del Consiglio - di contribuire a far fare passi avanti" anche grazie alla sua capacità di utilizzare "il soft power", vale a dire il "saper parlare con tutti in modo amichevole".
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